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 Ancora dati negativi dalla Caritas diocesana sul fronte delle nuove povertà e della condizione della vita sociale. Sono 713 i nuclei familiari accolti in Caritas per forme di sostegno. I pasti annuali offerti a persone in condizioni di bisogno sono 39.673. Sono 87 le persone che usufruiscono del dormitorio, con un incremento rispetto al 2021 del 50%. Povertà, dunque, in aumento e i dati dello spopolamento, ovviamente, non aiutano a dare un po’ di serenità. Se la popolazione diminuisce e la povertà aumenta, la conclusione è allarmante. Nel 2022 sono stati, infatti, in 2.642 a lasciare il Sannio. E’ più alta comunque l’affluenza degli stranieri, in particolare di Ucraini, nell’area Caritas rispetto a quella italiana. Questa radiografia dello stato della società civile locale è stato tracciata da Maria Pia Mercaldo dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas. Mercaldo ha ricordato l’arrivo di 200  profughi di guerra Ucraini per sottolineare anche la pratica della accoglienza e della solidarietà. Aumentano, purtroppo, le richieste di beni di prima necessità. Le persone che si sono rivolte per la prima volta allo sportello di ascolto della Caritas, nell’anno in esame, scendono ulteriormente da 299 a 276. La Mercaldo, nell’aula Ciardiello in via delle Puglie dell’Università del Sannio, ha presentato un quadro allarmante, evidenziato dal dossier del 2022 della Caritas diocesana retta da Pasquale Zagarese e illustrato ai presenti, tra i quali il Rettore  dell’Università del Sannio  Gerardo Canfora, Nazzareno Miele, dirigente scolastico, e l’arcivescovo di Benevento  mons. Felice Accrocca. Il lavoro della Caritas nella società beneventana continua con grande impegno, infatti si sta cercando di dare risposta a una crisi dilagante con il supporto e la collaborazione del mondo della scuola (e non soltanto). Un laboratorio di sartoria è stato allestito con l’intenzione di permettere a delle persone di diventare sarti e fare impresa. Inoltre è stato pensato un progetto con l’Università del Sannio riferito alle comunità energetiche, oltre a un laboratorio di liuteria. Il direttore Zagarese ha sottolineato: “I numeri dei nuovi poveri sono aumentati anche per delle scelte del Governo Meloni. Molti arrivano a metà mese e poi non ce la fanno e vanno considerati come nuovi poveri. La povertà è anche strutturale, ci sono situazioni croniche nelle aree interne. Bisogna dare una risposta concreta al territorio“. Zagarese ha sottolineato come marginalmente la Caritas abbia toccato con mano l’emergenza del conflitto mondiale in atto: “Non abbiamo molte strutture per accogliere queste persone, ma facciamo il possibile per ospitare tutti“. Mons. Felice Accrocca ha sottolineato: “E’ un trend che rispecchia il dato nazionale. La nostra area già era in difficoltà ed è chiaro che l’attuale congiuntura ha aggravato ancor di più la situazione. C’è un’emorragia giovanile che non si riesce ad arginare. E’ questo il dato più preoccupante, sia nell’immediato che per il  futuro“. Il nuovo conflitto in atto porterà maggiore instabilità. Ne è convinto l’arcivescovo: “Inutile farsi illusioni, va gestito con intelligenza e progettualità. Con il clima da campagna elettorale permanente non si può fare progettualità, questa è una crisi che durerà per i prossimi anni“.