- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e il Governo hanno cancellato dall’agenda dell’anno scolastico in corso l’avvio dell’insegnamento dell’educazione civica. Una notizia che si confonde, e quasi si annulla, nelle tante altre presunte priorità politiche e culturali del Paese ma che dimostra una precisa volontà di separare ancora, e a lungo, le istituzioni e i sistemi di potere dai cittadini. 

Non formare alla cittadinanza e alle responsabilità civili, soprattutto i giovani, si traduce in ritardi incolmabili nel percorso di autodeterminazione, di crescita della massa critica e di superamento del clima di indifferenza e di rassegnazione che consegnano in poche mani le scelte e le strategie di sviluppo. Non educare alle regole, ai principi costituzionali, ai valori comunitari, alle prassi istituzionali, ma soprattutto al dovere della partecipazione, vuole dire allontanare la democrazia dai territori. E sappiamo quanto pesi questo deficit di coscienza critica sulla qualità della politica. 

L’assenza di grammatica partecipativa e la mancata attuazione di parti fondamentali dello statuto della città, ad esempio, si riflettono sulle discutibili scelte dell’amministrazione comunale che, al di fuori di un confronto reale, favoriscono l’impermeabilità del sistema di potere e finiscono per consentire solo compromessi strumentali anche con alcune realtà associazionistiche complici nella perpetuazione di vecchie logiche spartitorie. La partecipazione è una cosa seria, il seme di ogni strategia per il bene comune.

Crediamo che non possa passare un altro anno scolastico, quando peraltro si continua a utilizzare, a copertura di una casella ancora virtuale, il tema della cittadinanza attiva, senza avere garantito uno spazio così importante nei percorsi di crescita dei giovani.

Rete Campus, in continuità con il suo progetto “Città a scuola, scuola di città”, e in preparazione dei programmi e dei corsi curriculari di Educazione civica (sperando che possano essere avviati dall’anno scolastico 2020/2021), promuoverà, concordando con i vari dirigenti scolastici, incontri, dialoghi e confronti, oltre che esperienze dirette sul campo, per avvicinare giovani e docenti alle storie, ai valori e ai significati più profondi della vita comunitaria, promuovendo la partecipazione come valore irrinunciabile per la crescita civile e lo sviluppo equilibrato dei territori. Saranno utilizzati vari livelli di competenza, garantendo il pluralismo culturale, perché si valorizzi l’educazione civica come la “porta” vera della politica alla quale ci si avvicina per i più diversi motivi ma quasi mai per quello giusto. Troppo spesso si tratta, appunto, di “escursioni fuori… porta” per turisti dell’impegno civile e culturale, quando va bene diplomati ai vari Cepu della politica. Con gli effetti devastanti sulla qualità e la produttività delle azioni amministrative.