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Il Gran Premio di Capodarco sta al ciclismo under 23, come la Milano Sanremo o il Giro di Lombardia stanno al ciclismoprofessionistico: vincere queste competizioni vuol dire essere parte dei nomi importanti del ciclismo, di quelli che saranno ricordati nel tempo. E’ riuscito in quest’impresa il corridore Einer Rubio della Vejus Tmf, che ieri ha iscritto il proprio nome nel prestigioso albo d’oro della classica marchigiana, anche definita come “il mondiale di agosto”.

La stagione fin qui molto positiva di Rubio, si è arricchita di un ulteriore prodigio, che lo stato di forma fosse ottimo lo ha testimoniato il secondo posto di pochi giorni or sono alla Coppa Bologna, in un gara dal percorso pur non molto selettivo.

Il corridore “colombiano sannita” ha preparato con estrema e voluta meticolosità la corsa, sia fisicamente che tatticamente,  e con la discrezione che sempre lo caratterizza. Durante la gara, strada facendo, nei successivi passaggi in salita e in cima al Gran premio della montagna di Capodarco, passaggi condotti sempre nelle primissime posizioni, si notavano chiaramente la sua concentrazione, ed ancor più la sua freschezza e scioltezza nella pedalata. E poi l’assolo finale, lì dove era stato previsto, nel punto esatto, l’azione secca, decisa, irresistibile, che lo portava solitario a tagliare il traguardo.

Il via della gara alle 13:15, preceduto dal toccante ricordo di Fabio Casartelli (vincitore a Capodarco nel 1991) e di Michele Scarponi e dal minuto di silenzio in memoria delle vittime di Genova. Centosessantasette corridori alla partenza, per sfidarsi lungo i 180 chilometri della gara; prima parte piatta con i giri sul lungo mare di Porto San Giorgio, poi le otto ascese a Capodarco, con la strada sempre stipata di folla, come da tradizione.

Pronti via e s’invola una fuga di sette corridori, che restano compatti nei giri in pianura. Nel corso delle diverse ripetizioni dell’ascesa che porta al Monumento di Casartelli, il drappello dei fuggitivi va assottigliandosi e cosi attorno al chilometro 122 in testa rimane soltanto Zoccarato della General Store Bottoli. Al chilometro 139 su di lui piombano Riccardo Verza del Team Colpack, Anton Kuzmin del Team Astana City e il nazionale russo Valerii Fatkullin. Poco dopo Zoccarato e Verza si staccano. Kuzmin e Fatkullin portano avanti la loro azione, raggiungendo un vantaggio di un minuto sul gruppo dei migliori, tuttavia ai meno dieci il plotone è in forte rimonta. A circa tre chilometri dall’arrivo il gruppo riprende i battistrada e subito dopo Einer Rubio, rimasto, come detto, sempre vigile e brillante nelle prime posizioni, attacca di forza, ritmo insostenibile per tutti gli altri, passa tra le due ali di folla del muro di Capodarco andando a vincere a braccia alzate. Alle sue spalle il vuoto, staccato arriva Davide Casarotto della General Store Bottoli, mentre terzo, ancor più lontano, Dario Puccioni della Sangemini – M.G. K Vis.

Commosso e felice sul podio, nelle interviste post gara ci ha tenuto ha ringraziare tutti i compagni di squadra, il direttore sportivo Polvere, tifosi ed appassionati che lo seguono anche nei momenti di preparazione alle gare, e naturalmente la famiglia che costantemente ne segue la quotidianità e le gesta dalla Colombia. Da segnalare anche la buona prova del giovane lucano Alessandro Susco, per molto tempo a fianco di Rubio, che ha concluso la prova a ridosso dei migliori, in un quadro generale complessivo di crescita, di tutti i ragazzi diretti da Donato Polvere.

Il 16 agosto ogni anno a Capodarco è un giorno di festa, festa popolare e festa del pedale. Festa ieri ancor più per la squadra Vejus e per il suo capitano Rubio.