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Il suo nome è Emanuele Coppola, per qualcuno da ora sarà Angelo. Lui non ci tiene agli appellativi, ma lancia un appello: “Bisogna fare prevenzione, dove c’è folla c’è bisogno di un defibrillatore che può salvare la vita ad una persona”. Come ha fatto lui la settimana scorsa, quando durante una partita di calcetto che si stava disputando sul suo campetto sportivo di Ceppaloni, è intervenuto e con una manovra a mani nude ha salvato la vita ad un sedicenne che si era accasciato al suolo per un arresto cardiaco sotto gli occhi, tra gli altri, del padre. Emanuele è stato provvidenziale e abile a riconoscere la problematica, ordinando di chiamare il 118 che ha inviato in pochissimi minuti due autoambulanze, una di queste predisposta alla rianimazione.

E’ ancora scosso Emanuele, emozionato, ancora di più quando durante la nostra chiacchierata riceve un messaggio dal papà dello sfortunato Alessandro che gli comunica che il figlio è fuori pericolo e risponde molto bene agli impulsi esterni. Ed il merito è, in gran parte, di Emanuele: “Ho fatto solo il mio dovere, non voglio essere chiamato nè angelo nè eroe. Però se mi è concesso questo momento di popolarità, preferisco sfruttarlo per parlare di prevenzione, di essere sempre pronti perchè da un momento all’altro può succedere un evento del genere e si può salvare la vita di una persona se si mettono in campo tecniche che dobbiamo apprendere”.

Lo straordinario gesto di Emanuele ha avuto una meritata cassa di risonanza tale da ricevere un invito per il prossimo 25 marzo ad un corso di BLSD, PLSD e manovre disostruzioni dove certamente avrà modo di raccontare la sua esperienza che un giorno vedrà i suoi frutti quando tornerà ad abbracciare Alessandro, il giovane che ha salvato da un tragico destino.