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Benevento – Sette giorni lunghi un secolo. Chi lo sa se Mirko Eramo ricorda cosa gli passò per la testa tra il 6 e il 13 maggio 2017, arco temporale in cui compì una specie di viaggio andata e ritorno negli inferi del calcio. Una storia particolare, quella dell’ex giallorosso che incrocerà nuovamente il Benevento sabato pomeriggio. Lo farà indossando la maglia dell’Ascoli, club che di questa particolare vicenda è pure protagonista. 

Arrivato a gennaio per fornire esperienza e tecnica al neopromosso Benevento guidato da Marco Baroni, il centrocampista di Acquaviva delle Fonti si rivelò un giocatore essenziale per gli equilibri di quella squadra, fondata su un 4-2-3-1 sospinto in avanti dal trio delle meraviglie Falco-Ciciretti-Ceravolo. Eramo si piazzò sulla sinistra svolgendo un lavoro occulto fondamentale per consentire ai tre di esprimersi al meglio e trascinare la squadra a suon di gol. 

Quel sabato 6 maggio, però, ci si mise di mezzo l’imponderabile. Il Benevento si presentò ad Ascoli con l’obiettivo di vincere e non far scappare via il Frosinone, terzo in classifica e lanciato verso la promozione diretta senza passare per i play off (al tempo bastavano 10 punti di vantaggio sulla quarta per far sì che non si giocassero). Al gol in apertura di Ceravolo seguirono diverse occasioni non sfruttate dalla Strega ma anche ben due espulsioni: quella di Lopez a inizio ripresa e quella di Chibsah a due minuti dal termine. 

Con il Benevento in nove uomini e in vantaggio di un gol, l’Ascoli puntò tutto sul forcing per conquistare il punto che gli avrebbe regalato la salvezza aritmetica. Quel gol arrivò proprio da una goffa svirgolata di Eramo, protagonista di un finale thrilling. Il cross di Mignanelli, apparentemente innocuo, trovò la deviazione del centrocampista giallorosso con tanto di parabola beffarda, al punto che Cragno fu scavalcato dalla traiettoria rimanendo impassibile. Lo sconforto si palesò sul volto dei giallorossi che si trovarono davanti a un dentro o fuori. Non avevano scelta: per restare aggrappati al treno play off bisognava a tutti i costi battere il Frosinone al Vigorito alla penultima giornata. E farlo senza gli squalificati Chibsah e Lopez, due titolari di sicura affidabilità. 

Una settimana dopo, sabato 13 maggio, dopo giorni di attesa e tensione, si realizzò un mezzo miracolo. Al vantaggio di Puscas rispose Ciofani per l’uno a uno. Nel finale Marino, allenatore dei ciociari, con l’intenzione di fare bottino pieno e ipotecare la promozione in A, decise di inserire prima Soddimo e poi Mokulu sbilanciando la squadra. Un errore fatale che consentì alla Strega di produrre l’ultimo guizzo. Un’azione indimenticabile, tra le più importanti della storia del club. E il destino volle che fosse proprio Eramo a servire l’assist decisivo a Ceravolo per il gol decisivo del 2-1. Una capocciata ad anticipare Bardi e spianare la strada al numero nove giallorosso – tra l’altro zoppicante – per un comodo tap-in. 

In una parentesi ricca lavoro utile alla squadra e pochi individualismi, quei sette giorni spogliarono Eramo dei panni del gregario e lo trasferirono d’un colpo sulle prime pagine. Totalmente coinvolto insieme a compagni e città in un vortice impazzito che si sarebbe arrestato solo con l’apoteosi play off,  della quale fu grande protagonista attraverso la gestione dei momenti e nel legare con sicurezza centrocampo e attacco senza saltare neppure un minuto di quell’avventura meravigliosa. In estate si trasferì all’Entella e dalla stagione 2019/20 è ad Ascoli. Ha preso parte a tutte e tre le vittoriose sfide di questo avvio di campionato della squadra di Sottil partendo però titolare solo nella prima giornata contro il Cosenza. Dopo aver affrontato Baroni e Lucioni, la Strega si troverà di fronte un altro frammento di passato. Ricordando quei sette giorni tra brivido e follia.