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Benevento – Il campo è lo stesso, a cambiare sono i ruoli. Massimo Verdicchio, 54 anni, ha saltato la staccionata svestendo i panni di arbitro per indossare la divisa da calciatore. Si allena con l’Atletico Brigante, squadra ‘sui generis’ di terza categoria che fa della lotta al razzismo e dell’integrazione i suoi baluardi. Nella gara contro il Melizzano giocata e vinta domenica pomeriggio Massimo ha fatto il suo debutto al Meomartini realizzando quello che lui stesso ha definito un ‘piccolo sogno’: “Purtroppo non posso più arbitrare per sopraggiunti limiti di età, ma non volevo rinunciare alla mia grande passione per il calcio. Sono felice di aver giocato, anche se per pochi minuti. E’ stato meraviglioso”. 

I ragazzi di Gentilcore, per la maggior parte provenienti dal continente africano, lo hanno celebrato con abbracci e sorrisi: “Il nostro è un progetto particolare, unico nel suo genere nel panorama dilettantistico sannita. Ho desiderato tanto aggregarmi all’Atletico Brigante perché arbitrando questi ragazzi mi è rimasta impressa la loro spontaneità, il non protestare e il non alzare mai la voce. Una decisione dell’arbitro per loro è sacra e va accettata. La prima cosa che mi dissero fu che non avrebbero preso neanche un ammonizione per proteste, sono cose che fanno la differenza”. 

Nello spogliatoio si parlano diverse lingue: “Sì, almeno tre. Francese, Inglese e Italiano. Il progetto è aperto a collaborazioni che diano la possibilità di sostenere le spese e dunque di crescere giorno dopo giorno. Ci alleniamo solo una volta a settimana, ma quando ci vediamo è sempre una festa. E’ chiaro che in campo vanno gli altri, non ho pretese di giocare. Ogni minuto per me è una vittoria”. 

Massimo mancava dal campo di gioco da quando era giovanissimo: “Quando avevo 15 anni o poco più ero aggregato prima agli Allievi e poi alla Berretti del Benevento, negli anni dei tecnici Cusano e Fracassi; in seguito ho iniziato la carriera da direttore di gara arbitrando fino alla prima categoria e facendo da assistente di linea anche in Promozione. Il calcio è parte integrante della mia vita, è davvero difficile lasciarlo”.