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Benevento –  Mario Ferrante ha lasciato l’Azienda Ospedaliera “San Pio”. Il manager della sanità pubblica, che si appresta a dirigere l’Asl ad Avellino, ha voluto salutare il personale medico e infermieristico con una cerimonia, tra solidarietà, vicinanza e una nota polemica.

Per quanto riguarda il gesto di solidarietà, l’Agrisemi Minicozzi ha donato al “San Pio” una nuova statua di Padre Pio da Pietrelcina che è stata posizionata dinanzi la sede centrale della direzione generale dell’ospedale. La statua, come si ricorderà, fu vandalizzata mesi fa  da ignoti nella cappella, suscitando grande sconcerto e riprovazione nella pubblica opinione. Il gesto dei fratelli Minicozzi ha voluto significare anche il ringraziamento nei confronti del manager Ferrante e degli stessi operatori sanitari per quanto hanno fatto negli ultimi anni.

Per quanto riguarda la polemica, invece, Ferrante ha sottolineato il suo affetto per l’azienda e per la Città di Benevento, ma ha rivelato il suo dispiacere per un atteggiamento ostile, a suo dire, che sarebbe maturato a partire dal 23 marzo scorso, quando sarebbe partito quello che lui stesso ha definito “un comportamento diverso  nei suoi confronti per l’operato nell’Azienda in contemporanea con il processo di rinnovo del managment nelle Aziende sanitarie da parte della Regione“.

Ferrante ha rispedito al mittente tutte le accuse: “Io ho cercato di migliorare l’ospedale. Siamo diventati attrattivi soprattutto per la chirurgia robotica, con pazienti  che venivano da fuori provincia e fuori regione. Abbiamo dato grosse risposte. In tre anni abbiamo fatto tanto, tante cose belle e sono orgoglioso. Abbiamo assunto personale. Questa è un’azienda di alta specializzazione, ci sono grandi professionisti. Anche io, quando ho avuto necessità di essere curato, mi sono rivolto a questa struttura. Credo realmente in questo ospedale, non sono chiacchiere“.

Il manager ha riconosciuto la grande sinergia e  il lavoro di squadra effettuato: “Le piccole polemiche non mi appartengono. Oggi saluto tutti e continuerò a lavorare, vado ad Avellino ma sono orgoglioso per come  ho lavorato qui nel Sannio. Lascio un Ospedale bello a vedersi, i professionisti ci sono, i primari sono bravi. Ne dovranno essere nominati altri tre, purtroppo non ho fatto in tempo a farlo. Questa è un’azienda in crescita“.

Ferrante ha dovuto affrontare anche il periodo difficile della pandemia del Covid, e anche in questo senso ha solo elogi per la sua squadra. “In due anni abbiamo dovuto fare un’attività diversa, come in tutta Italia. E’ stata una guerra e noi ci siamo attrezzati per combatterla. Per alcuni mesi abbiamo avuto 109 posti letto dedicati. Abbiamo dato risposte a molti, non solo ai cittadini di Benevento che non sono andati a curarsi altrove. Dedicare un padiglione solo per i pazienti Covid  ha aiutato molto anche sul piano della sicurezza, avevamo attrezzature all’avanguardia. Voglio ricordare come nei primi mesi dell’emergenza si facevano i tamponi all’Ospedale Cotugno per avere i risultati e bisognava attendere dieci giorni. Poi acquistammo un’analizzatore e le cose sono cambiate“.

Sull’Ospedale di Sant’Agata, il direttore ha detto: “Quando sono arrivato ho trovato due strutture (il San Pio e Sant’Agata ndr) che avevano qualche problemino. Ora il San Pio l’abbiamo ripreso, il De Liguori non l’abbiamo mai chiuso ma tenuto aperto e funzionate. Per compiere un passo in avanti occorre personale, soprattutto  per affrontare le emergenze. Abbiamo fatto quattro concorsi e nessuno ha risposto“.

Ora il suo trasferimento ad Avellino, una realtà diversa da quella sannita: “Ho un vantaggio, ci sono stato sei anni fa in Irpinia, hanno grandi aspettative su di me e non dovrò deluderli. E’ una provincia grande, il doppio di quella di Benevento. Dobbiamo lavorare, è una realtà differente“.