Solopaca (Bn) – La Festa dell’Uva di Solopaca, dopo due anni di pausa per il Covid, è finalmente ritornata segnando la sua XLIII edizione. Un evento organizzato dal Comune di Solopaca, Comitato Festa dell’Uva Solopaca ed in sinergia con la Pro Loco, l’associazione Maestri Carraioli, l’Associazione Commercianti Solopaca, Gal Taburno, Sannio Consorzio Tutela Vini ed il patrocinio della Regione Campania e co-finanziato dal ‘POC Campania 2014-2020. Rigenerazione urbana, Politiche per il Turismo e la Cultura. Programma Unitario di Percorsi Turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale ed internazionale’ che rientra nella brandy identity “Campania.Divina”.
Ieri sera piazza Perlingieri e il Corso principale sono stati invasi da giovani e da tanti enoturisti. Il programma di oggi, sabato 10 settembre prevede invece alle ore 18.00 presso la sala consiliare del Comune di Solopaca il convegno ‘Le nuove tecnologie per la caratterizzazione e gestione dei vigneti’ a cura della Cia di Benevento. Parteciperanno Pompilio Forgione (Sindaco di Solopaca), Antonio Leone (Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle ricerche – Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo), Valentino Salvatore (Amministratore Agrodit srl), Libero Rillo (Presidente Sannio Consorzio Tutela Vini), Carmine Coletta (Presidente Cantina di Solopaca), Angelo Marino (Presidente ODAF della provincia di Benevento), Mario Grasso (Direttore CIA Campania) e Carmine Fusco (Presidente CIA Benevento). Modera l’incontro Salvatore Esposito (Direttore Cronache del Sannio). Nel corso del convegno esposizione del gruppo artistico ‘Immaginaria’ in via Roma a cura di Antonella Vegliante. Alle ore 19.00 nei giardini del Municipio apertura del Percorso del Gusto a cura dell’Associazione Commercianti Solopaca e alle ore 20.00 presso il Palazzo Ducale ‘Vite in april potata’ Spettacolo in VFX a cura del gruppo ‘Immaginaria’, Giovanni Calicchio, Orazio Casbarra e Antonella Vegliante. Scenografia a cura della Pro Loco Solopaca e del gruppo artistico ‘Immaginaria’. In piazza Perlingieri ‘Officine Meridionali’ in Concerto e alle ore 22.00 OMP – Omaggio alla Musica Popolare in concerto. Alle ore 23.30 chiusura del Percorso del Gusto e a mezzanotte in piazza Perlingieri #SongSolopaca – Chiosco musicale con la partecipazione del dj Alfredo Cocchiarella.
In merito al Percorso del Gusto, che è stato inaugurato ieri sera ed è aperto fino a domenica 11 settembre nei giardini del Palazzo del Comune (Villa Cutillo), vedrà degustazioni di vini, oli e specialità della cucina contadina locale il tutto organizzato dall’Associazione Commercianti in collaborazione con la Tenuta Sette Misure, azienda di giovani olivicoltori solopachesi.
La Festa dell’Uva di Solopaca costituisce, infatti, la principale occasione per valorizzare il vino di Solopaca e la cultura enogastronomica locale, ricca di sapori e profumi, espressione della millenaria tradizione contadina. L’edizione di quest’anno del Percorso del Gusto è particolarmente interessante, interamente rinnovata e potenziata. Parteciperanno dieci cantine sannite che faranno degustare i vini accompagnati dall’assaggio di tipicità gastronomiche accuratamente selezionate. La novità è costituita dall’abbinamento dei vini con la pizza e dalla degustazione di oli prodotti con varietà di olive autoctone della tenuta solopachese Sette Misure. In questo Percorso del Gusto si potranno degustare i vini sanniti e tre oli extravergine d’oliva con la pizza margherita con pomodori sanniti, la focaccia aromatizzata al rosmarino, la bruschetta con caciocavallo impiccato, freselle con pomodorini del piennolo. Per ogni degustazione sarà data in omaggio una bottiglina di olio da 100 ml.
Nella giornata di Domenica 11 settembre, giornata clou con la sfilata dei carri allegorici, si terranno due laboratori del gusto a cura dell’ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino), “La pizza di Sannio vestita” dove saranno presentati e degustati gli abbinamenti di varie tipologie di vini sanniti con la pizza. Si potrà inoltre pranzare e cenare con un menù tipico della tradizione culinaria solopachese: pane “arroscato” (abbrustolito e condito con olio evo), “cianfotero” di verdurine di campo e fagioli, carne di maiale con papacelle, grappoli d’uva. Interessanti anche le proposte dei dolci con dessert di cioccolato e falanghina e tre tipi di cioccolattini a base di falanghina, ripieni di vino, passito e grappa. La ricerca di cloni autoctoni è alla base delle iniziative condotte negli ultimi anni per la riqualificazione e la valorizzazione del vino di Solopaca, condotta con una partecipazione corale di viticultori, naturalisti, appassionati cultori di storia locale con l’intervento fondamentale di tecnici del CNR e del CREA che hanno individuato una decina di vitigni autoctoni non censiti nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite. Tra questi, oltre a due cloni di Tentiglia, due varietà di Vernaccia, denominate localmente “Vernaccia di vigna” e “Vernaccia d’arulo”. Questi quattro vitigni costituivano la base dell’antico rosso di Solopaca molto rinomato a Napoli e nel Regno borbonico. I vigneti antichi di Solopaca erano generalmente coltivati misti a uliveti e frutteti abbinati alla coltura del grano e dei cereali. Gli impianti erano a raggiera o a filari irregolari adattati ai tronchi degli ulivi e degli alberi da frutto. Lungo le siepi, si adattava la “Vernaccia d’arulo” caratterizzata da tralci più lunghi che si inerpicavano agli arbusti.
“Con il vino e i prodotti tipici – dichiara Giuseppina Casillo, presidente dell’Associazione Commercianti Solopaca – ci auguriamo di far conoscere ai visitatori, che ci onoreranno con la loro presenza, gusti e profumi antichi e suggestivi. Speriamo anche di offrire un riflesso della nostra cultura e delle nostre tradizioni, uno stimolo a scoprire un territorio ricco di bellezze paesaggistiche e storico-artistiche. Diceva, infatti, Arturo Marescalchi, uno dei più grandi esperti e storici dell’enologia: ‘il vino va bevuto con alto senso di poesia, quasi con religione. E poiché esso è veramente spirito della nostra terra, estasi della nostra luce, va bevuto nel quadro del paese, con la mente e il cuore pieni di ricordi, di vicende e di costumanze antiche e gentili’”.