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Un treno da prendere al volo. Meritato, sudato, voluto. Filippo Pagnozzi, trentadue anni di età, due di questi da allenatore: due campionati vinti (ed una coppa Irpinia), un 100% di successi che gli ha aperto la strada verso campionati più importanti. La stagione 2019-20 cominciata a Ponte, ricominciata sempre a Ponte, ma mai iniziata. In attesa di una chiamata, dopo averne rifiutate tante, il bravo tecnico si diverte nel suo piccolo paesino, Roccabascerana, dove sta dando una mano alla squadra di terza categoria. 

Dopo due annate come quelle trascorse, dopo due successi consecutivi, ti aspettavi questa estate per te?
“Purtroppo no – ha esordito mister Pagnozzi – ho vissuto due anni intensi ed entusiasmanti. Ho avuto la fortuna di poter lavorare e sperimentare sul campo ciò che è la mia metodologia, grazie a ragazzi eccezionali che mi hanno sempre seguito, sopportato e supportato”

La chiamata del Ponte ’98, il campionato di Promozione, un ulteriore salto di categoria.
“Sono stato contattato dalla società pontese alla fine dello scorso campionato. C’è subito stata unione di intenti e dopo un periodo di riflessione ho accettato l’incarico. Passa qualche settimana e vengo ricontattato: mi viene detto che per problemi di vario genere era a rischio l’iscrizione della squadra al prossimo campionato di promozione. Dopo una delusione iniziale (avendo rifiutato altre offerte), razionalizzai e comunicai alla società il mio dispiacere per i problemi in cui erano incappati e rimasi a disposizione qualora avessero risolto tali problemi. Mi ringraziarono e dissero che qualora avessero risolto le varie problematiche sarei stato io il mister”.

Una garanzia la loro promessa, che ti ha spinto a dire di no a tante richieste che intanto ti arrivavano.
“Dopo un breve periodo vengo ricontattato: mi dicono di aver risolto gran parte dei problemi e se avessi avuto ancora il piacere, loro volevano me sulla panchina. Senza battere ciglio, accetto e riparto con una nuova programmazione per il nuovo anno calcistico, mi dedico agli stage per gli under che è un passaggio fondamentale per un campionato come la Promozione. Con il passare del tempo, e varie trattative saltate,
cominciano a trattare con giocatori sicuramente di livello ma che purtroppo potevano allenarsi solo nel primo pomeriggio. Io dal primissimo incontro ho sempre detto alla società che per motivi lavorativi io potevo condurre gli allenamenti dalle 17:00 in poi”.

E tra il tecnico ed i giocatori, la società ha fatto la sua scelta.
“Ovviamente è andata incontro alle esigenze dei calciatori. Un problema esclusivamente orario, dalle ore 17,00 avremmo avuto a disposizione un nugolo di under, qualche over, nessun portiere. Così abbiamo deciso di separarci nuovamente”.

Hai rimpianti?
“Beh certamente avrei voluto vivere questa esperienza, avevo chiesto programmazione, non ce n’è affatto, si è vissuto alla giornata. La cosa che mi dispiace di più – ha proseguito Filippo Pagnozzi – è che in poco tempo si è arenata una cosa che mi aveva stimolato tanto. Ho letto sui social che il motivo era stata una diversità di vedute ma non è vero, è solo mancanza di programmazione da parte del Ponte ’98”.

Difficile parlare di futuro dopo un’estate persa, quella che doveva essere la tua estate dopo i recenti successi sportivi.
“Ebbene si, avrei immaginato tutt’altro. Siamo a fine agosto e c’è ben poco, nel periodo di Ponte ho avuto tanti contatti ma ho rifiutato. Dopo due vittorie del campionato, restare a piedi non è bello ma fortunatamente il calcio è una passione, un passatempo, lo faccio senza percepire nulla perchè non vivo col calcio. Starò più attento nelle valutazioni, cercherò progetti seri e programmazione”.