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Benevento – Una lunga intervista per raccontarsi a 360°, dai sogni da bambino fino ad oggi. Pasquale Foggia è il protagonista di una “chiacchierata” pubblicata questa mattina dal portale di Gianluca Di Marzio, noto giornalista ed esperto di calciomercato di Sky. L’attuale direttore sportivo del Benevento ha ripercorso la carriera da giocatore, fino ad arrivare al ruolo ricoperto attualmente nella società giallorossa. Di seguito alcuni estratti dell’intervista:

Vigorito – “Quando arrivò vide che nell’ufficio delle figlie c’era una piantina fuori posto rispetto alle altre, prese un bicchiere e si mise ad innaffiarla. Io rimasi colpito, fu la prima cosa che mi fece capire che mi trovavo di fronte ad una persona diversa. Con il presidente e con la sua famiglia ho un rapporto unico, che resterà in futuro. Vigorito è una persona che ti ammalia e che ti apre la mente. E’ speciale”.

Benevento – “Benevento è una città che se senti tua, ti trasmette tantoPostai una foto, ero in viaggio per una trattativa. Mi commentò Diego Palermo, e poco dopo mi chiamò, dicendomi che Vigorito voleva affidarmi il Settore Giovanile. Rimasi spiazzato. Presi tempo, ed il giorno dopo mi incontrai con la famiglia Vigorito. Sentii subito che Benevento era la scelta giusta”. 

Brignola – “Sono orgoglioso che lui sia esploso in Serie A con me alla guida del Settore GiovanileLa società ha fatto una plusvalenza importante, ed abbiamo anche il 50% sulla futura rivendita”

Stagione – “Accettare una retrocessione è difficile, per tutti. Per il Benevento siamo in un momento di profondo cambiamento. Stiamo cercando di costruire qualcosa di diverso. Qualcosa che resti nel tempo, che ci permetta di presentarci in modo importante in Serie A. Dobbiamo strutturarci per la categoria. La Serie A è l’obiettivo di questa società ma vogliamo andarci sapendoci camminare. Non so se succederà fra quattro mesi o fra anni, ma l’importante è costruire una base solida”.

Squadra – “Abbiamo fatto un mercato importante, trattenendo calciatori che erano attratti dalla Serie A, offrendogli il nostro progetto e spalmandogli il contratto. Abbiamo acquistato 17 giocatori, un nuovo staff tecnico e sanitario. Siamo rientrati nei parametri della Serie B, abbiamo bilanciato l’aspetto sportivo e quello economico. Abbiamo provato concretamente a trattenere tutti, ma in B devi calarti in una mentalità diversa”. 

Bucchi – “Quando ci siamo incontrati, lui aveva il fuoco negli occhi. E’entrato nell’ufficio del presidente sentendosi già l’allenatore del Benevento, ed è uscito con quell’idea. Col presidente ci siamo solo guardati, come accadeva con mia madre, per capire che Bucchi era l’allenatore giusto per costruire il progetto che avevamo in testa. Cristian è un allenatore preparato, mette l’anima in quello che fa durante gli allenamenti. Esonerarlo sarebbe stata la cosa più facile, ma il problema non era l’allenatore. La responsabilità era di tutti, ma ciò che non vedevo era la risposta dei calciatori. Questa è una squadra forte che andava responsabilizzata”. 

CampionatoQuesta squadra ha lasciato qualcosa per strada, ed è a tre punti dalla promozione diretta. Dobbiamo lavorare per raggiungere un sogno. In questa squadra ci sono io, c’è la mia anima, c’è tutto di me. Il mio sogno? Restare dieci anni a Benevento e raccogliere i frutti di ciò che stiamo seminando”.

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