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Verona – In tema di commercio, di valorizzazione ed esportazione di un prodotto, è il segno più che fa la differenza, è quello che permette di poter trarre un bilancio e differenziarlo un anno rispetto all’altro. E la spedizione dell’azienda sannita “La Fortezza” a Vinitaly,  la Fiera del Salone internazionale del vino, è tornata a casa col petto gonfio. Un marchio che si sta consolidando sul panorama nazionale e allargando fuori dai confini di casa. Ed è un risultato non da poco, perchè in Veneto c’è il gotha delle aziende produttrici del gustoso nettare.  Un piccolo angolo di Sannio, una terra come Torrecuso, capace di sgomitare tra i grandi, coccolando il palato dei visitatori, degli esperti e di chi ha solo avuto la curiosità di vivere una quattro giorni all’insegna del sapore. Padiglione 6, questo l’indirizzo preso d’assalto, questa la casa de “La Fortezza” di Enzo Rillo, affiancata al Friuli Venezia Giulia. Un’associazione che non ha tolto, anzi.

Un’esperienza molto positiva – così fa il suo esordio Antonella Porto, export manager dell’azienda sannita – con un’affluenza costantemente in crescita nei quattro giorni di allestimento”.

Vinitaly rappresenta quello che è l’esame di maturità per lo studente: a fine anno si deve raccogliere il frutto di quanto seminato nel corso dei 365 giorni e capire se il lavoro fatto è stato fruttuoso.

Col passare del tempo, le persone hanno imparato a riconoscere il logo, le bottiglie e i colori dei prodotti targati “La Fortezza”. Possiamo dire che in un anno abbiamo seminato bene e la risposta si è avuta a Verona. Ma questo non deve farci cullare.” 

Inutile dormire sugli allori, non ci si può accontentare di avere un prodotto di eccellenza, l’asticella va alzata sempre di più.

Dobbiamo lavorare sempre di più per una qualità crescente. Sappiamo di avere tra le mani un prodotto buono, che è stato degustato e che non ha raccolto pareri negativi, anzi. Per questo, siamo consapevoli che servono tanti fattori per effettuare la prima vendita, ma per fidelizzare il cliente c’è bisogno di mettere sul tavolo le qualità”.

Un concetto fondamentale, questo. Chi beve i vini de “la Fortezza” la prima volta lo fa per curiosità, perchè ama il vino o per qualsiasi altro motivo.  E’ la seconda vendita che regala la percezione di aver fatto centro nel gusto del cliente “ed è per questo che la seconda vendita ci dà maggiore soddisfazione”.

La presenza dell’azienda di Enzo Rillo in Veneto assume un valore diverso nell’anno di Sannio Falanghina Città del Vino 2019. Doveva rappresentare l’esplosione di un movimento produttivo intero e invece l’azienda ha viaggiato illuminandosi di luce propria.

Per quanto ci riguarda – continua Antonella Porto – abbiamo cercato di valorizzare questo grande risultato pubblicizzandolo sul nostro desk e il poster era anche più visibile di ogni altra cosa, ma abbiamo avuto la percezione che nessuno ne fosse a conoscenza. Tra il pubblico ci può anche stare, ma che non lo conoscano le aziende italiane, beh questo lascia basiti“.

“La Fortezza” si è fatta conoscere per i suoi vini, l’Aglianico e la Falanghina, prodotti che sono sulle tavole di tantissime persone ma non ci si può fermare. L’idea è quella di allargare i confini sempre di più, anche a costo di perdere la propria identità

E’ un rischio da correre. Essere forti in casa è facile, perchè tutti nel Sannio conoscono i nostri vini. Il difficile è espandersi sul mercato estero, tra Stati Uniti e Asia. Fortuna vuole che la nostra azienda abbia tanti clienti e una rete di agenti che funziona bene”.

Ma a fare la differenza, al di là della capacità di esportare, è sempre il prodotto. E’ quello il marchio del successo. E il prodotto del lavoro de “la Fortezza” viene riconosciuto. Non solo dagli avventori ma anche dagli esperti, tanto è vero che il patron Enzo Rillo in persona ha potuto ritirare il premio 5 Star Wine per l’Aglianico docg. Eh sì perchè in Veneto si è fatto vedere anche chi ha la paternità di un’azienda del genere, un uomo, un imprenditore, Enzo Rillo, che ha capito che la cosa principale è metterci la faccia sempre, creare una rete che nasce dal contatto visivo e fisico. Il segreto del successo è essere convinti della bontà delle proprie idee e renderle vive e in questo segreto il patron lo conosce eccome.