- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – “Occorre capire cosa abbiamo tra le mani. Occorre capire bene la ricchezza e l’unicità di Ciro”. Con queste parole il ricercatore e divulgatore scientifico Mario Tozzi, volto noto di numerosi programmi televisivi nazionali,h a esortato le Istituzioni e la Città a valutare nel complesso delle sue implicazioni scientifiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche il primato che il territorio vanta. Riferimento, per l’appunto, a questo straordinario fossile di un cucciolo di dinosauro, scoperto da un paleontologo dilettante negli anni Ottanta del secolo scorso, a Pietraroja.

Tozzi è intervenuto quest’oggi al’ex Convento San Felice nella sede della Soprintendenza di Benevento al Viale degli Atlantici nel Corso del Convegno: “La promozione del patrimonio culturale e paesaggistico”. Oggi il fossile Ciro è conservato presso la Soprintendenza, mentre per anni è stato esposto presso la Rocca dei Rettori e successivamente presso il Museo Paleontologico di Pietraroja, a seguito di un progetto anche molto costoso realizzato dalla Provincia.

Tozzi ha dichiarato che non è così semplice valorizzare Ciro, nel senso che occorre tutta una attività di supporto per fare in modo che i cittadini di Benevento sappiano bene di cosa si parli quando si fa riferimento a un fossile datato almeno 80 milioni di anni, scoperto in una laguna marina che oggi si trova a 800 metri di altezza sul livello del mare e che costituisce un “unicum” al mondo, avendo ben visibili ancora i corpi molli di fegato e polmone.

Sulla possibilità che Pietraroja torni ad ospitare il cucciolo di dinosauro, si è detto assai scettico Salvatore Buonomo, il Soprintende alle belle arti competente sul territorio e che, per legge, ha la custodia di questo bene. Secondo il Soprintendente non vi sono le condizioni anche di sicurezza per ospitare a Pietraroja il fossile.

Gennaro Santamaria, presidente dell’Ente Geopaleontologico (nato pochi mesi fa, sebbene la legge istitutiva sia piuttosto datata), ha tuttavia aperto spiragli importanti per un ritorno di Ciro a Pietraroja nel contesto di un progetto di valorizzazione di tutte le ricchezze del Parco, scoperto sul finire del 1700 da un paleontologo polacco e che conta innumerevoli reperti.

Tozzi ha infine spiegato: “Ciro è un caso raro però lo sanno le persone di cosa si tratta? Perché è cosi eccezionale il ritrovamento?”. Il ricercatore ha quindi rimarcato come andrebbe valorizzato il posto dove viene fruito questo reperto: “Se Ciro viene incorporato come un simbolo va molto bene ma servirebbe qualcosa di più”.