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Benevento – Nel giro di pochi mesi la vita di Daam Foulon è radicalmente cambiata. Salutato il Belgio, il giovane terzino sinistro è stato catapultato in una realtà nuova e diametralmente opposta. Il classe 1999 ha scoperto l’Italia, misurandosi insieme al Benevento con il campionato di serie A. Un percorso a tappe, ripercorse in un’intervista rilasciata al giornale belga Het Nieuwsblad.

È tutto ancora nuovo per me ed è bello che ti venga scattata una foto o chiesto un autografo. Ho capito presto che il calcio qui è una religione“, ha raccontato Foulon, svelando poi un curioso aneddoto, “quando sono arrivato sono andato a Capri a mangiare una pasta all’astice. Un belga sconosciuto che avrebbe giocato per il Benevento. Il cameriere viene da me e mi dice: ‘Ehi, non sei quel nuovo giocatore del Benevento?’“.

La scoperta improvvisa di una notorietà inaspettata: “Non sono una star mondiale ma comunque devi stare attento a quello che fai. Durante la prima visita in città, ho pubblicato una storia sui social per poi vederla sulla stampa. Una bella lezione. Ho capito subito dove mi trovavo”.

Il calcio in Italia viene percepito in maniera diversa rispetto al Belgio. Foulon se ne è reso conto subito dopo la sfida pareggiata in casa con la Roma. “Dopo quello 0-0 qualcuno mi ha scritto dicendomi che dovevo morire o che mi sarebbe dovuto venire un tumore. Ero sotto shock“, ha concluso il terzino, “alla fine ti rendi conto che quelle persone hanno reazioni dettate dall’emozione del momento e probabilmente certe cose non le pensano“.