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Cerreto Sannita (Bn) – La commozione, le lacrime, il dolore sono stati indicibili oggi pomeriggio a Cerreto Sannita. Il paese in provincia di Benevento ha tributato l’ultimo saluto alla quindicenne Concetta Ruggieri, la cui vita si è infranta nel terribile schianto di domenica scorsa su una strada di Dugenta. Una cupa e atroce atmosfera si è respirata, tanto che anche il cielo ha cominciato a versare lacrime: è caduta la pioggia, quasi a voler sottolineare l’impossibilità di arginare il dolore.

Palloncini e petali bianchi all’uscita della salma dalla Chiesa e un lungo applauso al termine della celebrazione. Concetta era amata e conosciuta dalla’intera comunità e non solo. Era bella, simpatica e socievole; era impegnata nella vita della comunità. Amava la musica, le piaceva giocare a calcetto, aveva militato nella squadra femminile del Benevento “Le streghe” e poi era approdata nelle giovanili della Polisportiva di Cerreto Sannita. Come si fa ad accettare la morte per una creatura che si era appena affacciata alla vita?

Lo strazio dei genitori è stato atroce, a loro è stato riservato il destino più terribile: sopravvivere alla morte della figlia. Un dolore immenso che ha conteggiato parenti, amici e semplici conoscenti. Alla celebrazione hanno assistito il sindaco di Cerreto Sannita, Giovanni Parente, l’intera Amministrazione Comunale, l’Istituto “Carafa”, dove la ragazzina studiava, il sindaco di Dugenta, Clemente Di Cerbo.

La cerimonia funebre, inusualmente, si è aperta con i messaggi di cordoglio di tre amiche. Le giovani a malapena sono riuscite a proferire parola vicino alla piccola bara bianca, sulla quale era adagiato un grosso peluche, la maglia del Cerreto e una sciarpa giallorossa. “Sei la nostra sorellina”, “Mancheranno i sorrisi, gli abbracci, le lunghe telefonate”, Facevi passare i momenti brutti solo con un sorriso”, “Piccolo angelo”: queste le parole delle amiche rotte dalla commozione.

Concetta l’avevano soprannominata “CR13”, perché le iniziali di nome e cognome erano le stesse di un fenomeno come Cristiano Ronaldo. Probabilmente non era l’idolo di Concetta, perché quella ragazzina volata via troppo presto giocava in difesa e indossava un altro numero di maglia. “La nostra CR13: un valore aggiunto per la nostra squadra”, la ricordano così le compagne di squadra.

Una amica con piedi leggeri ma ben piantati a terra”, “Il calcio ci ha fatto incontrare”, La tua presenza resterà nei nostri cuori”, Tu sei così. Ciò che desideri ottieni sempre”. Pensieri che hanno anticipato il rito religioso, officiato presso la cattedrale di piazza Giovanni Paolo II dal Vescovo di Cerreto Sannita, Don Mimmo Battaglia“Oggi rendiamo l’ultimo saluto a Concetta. Voglio stare accanto alla mamma e al papà, Rosa e Giuseppe. Rivolgiamo una preghiera che venga accolta dal Signore. È davvero un momento molto difficile, ma noi siamo chiamati a vivere, non a scappare dal dolore. Occorre vivere il dolore come ultimo atto d’amore. Il mio è un atto di fede. So che la morte non è la fine di tutto, anche se fa male, fa molto male. Ritrovare la fede ed essere capaci di purificare le lacrime”.

Mons. Battaglia, accanto alla bara bianca, ha proseguito:“Eri innamorata della vita, le braccia che ti hanno accolto sono quelle di Dio. Ti chiamavano Cr13: non credo che ci hai lasciato senza istruzioni. Il tuo sogno era popolato di impegno e di amore per le famiglieDobbiamo avere il coraggio di vivere fino all’ultimo attimo. Certo, non si può morire a 15 anni. Non si può. Non si può sciupare la bellezza di questi anni, purtroppo Concetta non l’ha potuto fare”. Infine il vescovo ha voluto idealmente lanciare un appello a Concetta: “Prega per i tuoi amici. Questi sono gli anni più belli della vita. Anche il dolore più assurdo non può negare la speranza”.