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Milano – E’ tutto pronto per l’esordio di Gennaro Gattuso alla guida del Milan. Domani i rossoneri apriranno la giornata nel lunch match contro il Benevento: sfida, quella del Ciro Vigorito che il tecnico del ‘Diavolo’ ha presentato in conferenza stampa.

Condizione fisica – “Devo ringraziarli per la disponibilità e la voglia che hanno messo questa settimana. Abbiamo lavorato e sono contento. Dobbiamo fare ancora molto. Roma non è stata costruita in un giorno. Mi piace lavorare sulla mentalità. Mi piace avere intensità, di aiutarsi, di coprire bene il campo e di non mollare. Qualcosa di nuovo è stato provato. La difesa a tre è rimasta, devono risucire a difendere e attaccare però”
 Benevento –  “Sarà una battaglia. Da quando è arrivato De Zerbi ha cambiato mentalità. L’ambiente sarà molto caldo, ma i tifosi non giocano. Con l’Atalanta non meritava di perdere e con la Juve a 30′ dalla fine era davanti. Noi non possiamo permetterci di sbagliare”

Allenatore preferito – “Da Terim a Zaccheroni mi hanno dato tanto. Tutti mi hanno lasciato qualcosa. Oggi sarebbe più facile dire Capello, Sacchi, Ancelotti. Io spero di durare, perché vorrebbe dire che sono arrivati i risultati”

Cambio allenatore – “Quello che è stato, è stato. Rispetto a Montella, la mia metodologia è completamente diversa. Ho trovato delle difficoltà in alcuni ragazzi a seguire il mio modo di allenarsi e preparare le partite. Dobbiamo migliorare l’intensità e la mentalità. Non abbiamo tanto tempo. Il tempo lo dà le vittorie, anche se non si gioca bene. Se arrivano le vittorie, aumenta l’entusiasmo e si sente meno la stanchezza”

Un Milan italiano – “Sarà il Milan di chi sta meglio. Non importa se italiano o straniero. Oggi ho bisogno di tutti”

L’erede di Gattuso – “A livello di caratteristiche Kessié. Bonucci ha carisma e leadership. Ma spero di averne più di uno di giocatore con la capacità di aiutare la squadra”

Dna Milan – “Mi sono sentito subito a mio agio. La cosa più difficile è la gestione dei ragazzi. Far capire loro che nessuno li prende in giro e che bisogna fare delle scelte. C’è bisogno di tutti. La grande preoccupazione è quella di coinvolgere tutti a 360°. Poi sui concetti e sulla voglia di lavorare non ho preoccupazioni”

De Zerbi – “Ci siamo già visti altre volte e ci siamo abbracciati. Non siamo stati gli unici a litigare. Poi litigare con me non è difficile. Ma poi ci siamo chiariti ed è una storia finita. Il mio pensiero è quello di portare a casa dei punti, non De Zerbi”

Debutto – “C’è tensione. C’è consapevolezza che domani abbiamo tutto da perdere. Giochiamo contro l’ultima in classifica e arriviamo da un periodo difficile. Ma sono tranquillo perché ho visto lavorare tutto lo staff e i giocatori. Poi tutto va dimostrato sul campo”

Passato – “Quando ho lasciato pensavo di tornare come allenatore un giorno? L’obiettivo era questo, ma non pensavo quattro anni fa di farcela così presto. Lasciare all’epoca mi era dispiaciuto, ma l’ho fatto per toccare con mano altre esperienze”.

Biglia – “Ci ho parlato. In Argentina ci sono milioni di giocatori e non è un caso che lui giochi titolare con la Nazionale. E’ un giocatore importantissimo, conoscendo le caratteristiche di gioco gli serve una condizione ottimale per rendere. E lui si è sempre messo a disposizione della squadra pur quando non stava bene: questa è una grande qualità. Per il suo ruolo occorre pedalare, con lui ho parlato e sa che lo reputo importante”.

Kalinic – “Basta un gol, una zampata per riprendersi a livello mentale. Invece di vedere delle cose brutte, vedi un bel mare… un contesto totalmente diverso. Lui ha bisogno solo di fiducia, come ne hanno bisogno tutti i calciatori. Lui si crea le occasioni, le sta sbagliando ma per me il fatto che si fa trovare al posto giusto è un parametro importante”.

Obiettivi – “La cosa più importante per me oggi è quella di riuscire a formare un gruppo e far capire ai giocatori che tutti sono importanti”.

Eredità – “Certo che alcuni concetti di Montella resteranno, perché sono giusti e fatti bene. Poi qualche modifica verrà attuata, come verticalizzare di più ed attaccare maggiormente la profondità. Pensare di cambiare tutto dopo una settimana sarebbe da pazzi”.

Colloqui – “Non ho parlato con tutti, ma con 4-5 giocatori. Ancora non ho finito il giro. In particolare ho parlato con chi dirige la struttura e chi è a contatto con la squadra, per far capire ai giocatori che siamo remando tutti verso la stessa direzione. Con Kessié ho parlato del suo ruolo a Bergamo, dove spesso ha giocato da mezzapunta. Però non dimentichiamoci che abbiamo solo 4 giorni di allenamento e tante cose non si possono mettere subito in pratica”