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Benevento – Ha visto la coreografia della Sud, si è fatto raccontare la storia di Carmelo Imbriani e ha subito chiesto di indossare la maglia numero 7. Adolfo Gaich, nuovo attaccante del Benevento, è salito alle cronache prima ancora di far vedere le sue doti sul rettangolo verde. Il gesto compiuto non ha lasciato indifferenti i tifosi ma soprattutto i familiari di Carmelo. Il fratello Gianpaolo, da ormai 8 anni impegnato in varie iniziative di solidarietà in giro per il mondo, ha espresso la sua ammirazione ai microfoni di Anteprima24 confidando di voler incontrare il giocatore il prima possibile. 

La Curva Sud ha voluto ricordare con uno striscione Carmelo Imbriani a pochi giorni dal suo compleanno, cosa si prova?

Ho provato come al solito tanta emozione e tanto orgoglio. Ogni volta che arriva questo periodo io e la mia famiglia abbiamo un motivo in più per ringraziare i tifosi che continuano a ricordarlo e a tenere viva la sua presenza“. 

Il nuovo acquisto del Benevento, Adolfo Gaich, dopo aver visto lo striscione dedicato a Carmelo, ha chiesto della sua storia e ha deciso di prendere in eredità la maglia numero 7. Cosa vuol dire per te questo gesto?

E’ un gesto che ha toccato il nostro cuore, è stato bello leggere che dietro questa scelta c’è un motivo ben preciso, al di là di come sarà il calciatore abbiamo già apprezzato l’uomo. Questa è una cosa bellissima, quella che conta di più“.

Hai già avuto contatti con Gaich? 

Non ho avuto contatti, a parte Gori non conosco nessuno dei giocatori giallorossi. Mi auguro che ci sarà occasione più avanti per conoscere Gaich e ringraziarlo a nome di tutta la famiglia Imbriani“. 

Come è cambiato il lavoro dell’associazione “ImbrianiNonMollare” con l’avvento della pandemia?

Purtroppo siamo fermi, non possiamo viaggiare. Tendo a portare questa storia in giro per il mondo, viaggi che hanno segnato il mio percorso in questi 8 anni. Tornando dall’America sono qui, sto riempiendo il tempo scrivendo un libro su Carmelo. Mi auguro di portarlo a termine al più presto, posso dire che la stesura è a buon punto“.

Ci puoi dare qualche anticipazione?

Sarà diviso in tre parti. La prima parte parlerà della malattia combattuta da Carmelo e delle tante persone che hanno mostrato la loro vicinanza; la seconda invece racconterà dell’immagine di Carmelo che si è creata dopo, del suo esempio, delle tante tifoserie che hanno apprezzato ed esaltato l’uomo; la terza parte sarà incentrata sui viaggi che ho compiuto in giro per il mondo per trasmettere il suo messaggio”.

Hai già scelto il titolo del libro?

Sì, si chiamerà “La storia di una promessa”.

Una volta che l’incubo Covid sarà scacciato, quale sarà il tuo prossimo viaggio?

Appena sarà possibile riprenderò sicuramente a viaggiare, voglio tornare in Argentina. Il mio obiettivo è quello di veder costruiti 5 campi da calcio nel nome di Carmelo in tutti e 5 continenti. Dopo quelli di Benevento e quello in Africa, ora vorrei riuscire a terminare un progetto proprio in Argentina. Ho conosciuto i membri di un’associazione di Salta, città situata nel nord-ovest del Paese. Aiuta i bambini poveri, e mi ha colpito la sua storia e l’impegno profuso dai membri nel sociale. Non ci fermeremo”.