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Benevento – Sembra quasi che il taglio sia stato volontario e la motivazione non sia per nulla chiara. Si potrebbe pensare alla voglia di trovare un equilibrio, ma è difficile digerire il fatto che l’edizione del 2019 del Giro d’Italia non tocchi alcuna regione del Sud Italia fatta eccezione per la Puglia con l’arrivo a San Giovanni Rotondo. Tanto nord nella prossima corsa in rosa, tante regioni escluse. Niente gioia per una carovana che è sempre stata abbracciata con grande affetto quando ha avuto il piacere di attraversare il Mezzogiorno. Ovviamente non c’è la Campania, regione che ha saputo regalare tanto al Giro. Tutti ricordano le due tappe che hanno portato i migliori corridori del pianeta a Benevento, le partenze da Ponte e Pesco Sannita o il passaggio per San Giorgio del Sannio. Niente arrivo a Montevergine, per quella che è stata sempre considerata come la prima tappa di selezione. Niente fascino dell’arrivo sul Vesuvio a Napoli, o passaggi per Salerno e Caserta. Nessun piccolo centro della nostra regione toccata. Un taglio netto e ben visibile all’occhio umano guardando solo il percorso, una linea che divide ed esclude proprio la Campania per prima. La carovana muoverà i suoi primi passi da Bologna per scendere via via fino al Lazio con l’arrivo a Terracina, poi la sterzata decisa verso Cassino con la tappa che porta in Puglia fino a San Giovanni Rotondo e da lì si risale velocemente fino all’epilogo di Verona del 2 giugno. Una scelta discutibile, non c’è che dire, molto più discutibile della decisione di partire da Gerusalemme nel 2018 o quella di far partire il giro dall’estero una volta ogni due anni. Si diceva di equilibrio, questa potrebbe essere la motivazione, cioè dare l’opportunità a tutte le regioni italiane di essere presenti nel Giro ma anche questa motivazione lascia qualche perplessità, perché per nulla veritiera. È difficile pensare di toccare tutte le terre in una singola edizione, questo è ovvio ma balza subito all’occhio che esiste un certo privilegio per alcune regioni che sono presenti da sempre. Ovviamente si intende quelle alpine e si capisce anche il perché, visto che il giro si decide sulle montagne. Ma anche per questa considerazione se ne genera un’altra e cioè la sfortuna della Liguria che non è tra quelle più presenti al Nord. Ovviamente ci sono anche dei distinguo per alcune regioni che sono palesemente difficili da inserire, come la Sicilia e ancora di più la Sardegna, per la quale, si potrebbe adottare la soluzione della grande partenza. Tante problematiche che indubbiamente mettono in difficoltà gli organizzatori, ma, in un periodo storico nel quale la differenza tra Nord e Sud è marcata, vedere la cartina dell’Italia tagliata in due fa veramente storcere il naso. L’equilibrio va anche bene, è giusto che ogni regione possa sentirsi parte integrante di quella che da sempre viene considerata la grande festa d’Italia.