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Sant’Agata de Goti (Bn) – Un gruppo di studenti che va in gita e di punto in bianco si trova nella bufera da social, quella più dannosa e fastidiosa in un periodo di fantasmi come quello attuale. Ovviamente il coronavirus fa paura, su questo non ci piove, ma le accuse che stanno subendo i ragazzi vanno ben oltre. La storia è legata al territorio di Sant’Agata de Goti, la classe in questione è quella che è andata in gita a Milano e Verona. Il sindaco Piccoli ha subito emanato l’ordinanza di chiusura delle scuole facendo partire la normale profilassi in una situazione del genere. Insomma tutto ciò che deve essere fatto è stato fatto da questi ragazzi che si sono organizzati per ritornare subito a casa, sono stati prelevati dai genitori e sono tornati immediatamente nelle proprie abitazioni, evitando contatti con altri. Il tutto nel rispetto delle indicazioni date. I ragazzi stanno bene, nessuno ha sintomi, ma questo non vale per qualcuno che ha subito alzato la voce e accusato i ragazzi di non avere la testa sulle spalle, un po’ come se fossero stati loro a scegliere di lanciarsi verso il virus. Tante offese, troppe per un gruppo di giovani che devono vivere una situazione ben più grande di loro e non voluta. E allora scatta la ribellione, il post di una studentessa che decide di uscire allo scoperto e fare chiarezza.

“Stanno girando voci infondate su di noi, si sta parlando a vanvera senza essere a conoscenza di nulla.
Parto dicendo che il viaggio di istruzione c’è stato consentito perché ancora non c’era l’allerta in Italia quando siamo partiti, quindi evitate di dire che non abbiamo testa sulle spalle e che i nostri genitori non avrebbero dovuto mandarci se si preoccupavano davvero per noi.
La zona di fuoco distanziava da noi circa 60km, ma ovviamente come appena è stato annunciato l’allarme, ci siamo subito allontanati e organizzati per la ripartenza.
Al nostro arrivo i nostri genitori ci hanno prelevato così come ci è stato ordinato di fare.
Non abbiamo avuto indicazioni di come dovevamo comportarci oltre al fatto di farci visitare dal nostro medico di base e di controllare la temperatura almeno 3 volte al giorno.
Stare in quarantena per 14 giorni, non significa che noi tutti siamo vittime di questo virus.
È solo una questione di prevenzione per voi tutti, e sinceramente ci sentiamo amareggiati per tutte le voci che state spargendo.
Nessuno di noi ha avuto sintomi iniziali fino ad ora, quindi perché mai spargere queste voci? Perché mai parlare senza dare peso alle parole?

Purtroppo noi ragazzi ci stiamo facendo forza gli uni con gli altri spalleggiati dai nostri docenti e dai nostri genitori, e sta emergendo l’ignoranza che prevale nei nostri paesi.

L’unica cosa che vi chiediamo è di areare la bocca prima di parlare, di contare fino a 10 prima di sparare sentenze su questi social. Grazie per l’attenzione e buona giornata”.