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Benevento – Torna l’appuntamento con “Sanremo Gitano”, rubrica che racconta il Festival attraverso lo sguardo irriverente del cantante sannita, tra i concorrenti della kermesse nel 1989 e nel 1991. Attenzione rivolta oggi alla serata di ieri, che ha visto i concorrenti in gara impegnati nelle cover di alcuni tra i più grandi successi degli anni scorsi. 

Gitano, rieccoci. Le chiediamo un giudizio sulla terza serata del Festival. Le polemiche non sono mancate, visto che è finita a notte fonda…

“Il mio giudizio è sempre positivo. Fino ad ora si può definire un Festival bello perché semplice, forse ieri sera meno bello delle altre sere. Molte pause, poca ritmica; La mancanza di Fiorello si è fatta sentire. Forse la durata della serata finisce per far perdere la bellezza di questa mega festa di piazza”.

Tosca ha vinto la gara delle cover, è d’accordo con questo risultato e con la classifica di ieri in generale?

“Tosca ha l’arte dentro, la professionalità, la scioltezza di anni di spettacolo, mai niente costruito a tavolino. Cosi sono i grandi artisti. La sua esibizione con la cover è stata da brividi, al punto che non mi sono neanche accorto di chi cantasse con lei. La classifica in generale mi è piaciuta. Le prime tre posizioni le avevo previste…e secondo me Gabbani fa il tris quest’anno. A me farebbe piacere che lo vincesse Pelù, perché è stato di una umiltà da oscar a partecipare e a gareggiare. Le sue performance sono sempre al top, mai e dico mai lo si becca in una nota calante, è un vero artista. La cover di ieri sera è stata bellissima come il ricordo di Little Tony. Solo un vero artista ed una persona squisita come lui lo poteva fare”

Qual è il duetto che le è piaciuto di più? E quale di meno?

“Il duetto che mi è piaciuto di piu è stato quello di Rita Pavone e Amedeo Minghi, ma anche quello di Achille Lauro con Annalisa. Quello che non mi è proprio piaciuto è stato quello di Giuseppe Mazzini e Pierpaolo degli Squallor, cioè Masini e Arisa… mio modestissimo parere, cosa ci posso fare se quando cantano quei due mi mettono il nervoso! Masini sono anni e dico anni che puntualmente si vede a Sanremo perché è amico dei toscani. Fa tante piazze e poi non vende una copia neanche in offerta speciale a Natale. Tanti, tantissimi cantanti vengono portati al festival, ma non hanno un contratto discografico, perché nessun discografico investe più e figuriamoci su Masini. Un contratto con una Major o una piccola glielo fanno solo per quella occasione, si chiamano contratti d’opzione, nel senso che se va bene lo allungano altrimenti ciao e arrivederci. Masini, e lui come altri, viene imposto da impresari che successivamente lo piazzeranno nelle feste di piazza. Quelle feste di piazza, le nostre, le magiche, quelle di sant’Antonio, San Nicola e San Rocco, poi siccome hanno fatto Sanremo, arrivano in paese e chiedono il camerino. Sono stato presidente di una grande festa e quando venne uno di questi spacconi a broccoli e fumo, chiese il camerino, gli dissi che c’erano due bacinelle: una celeste e una bianca per lavarsi e sciacquarsi. I camerini si trovano a teatro, non nelle feste patronali”.

Come valuta la riproposizione di brani storici con l’aggiunta di strofe rap al loro interno?

“Non mi piace, la vedo una forzatura, non c’è nulla in comune tra un rapper e Pupo. Alcune cose quando si fanno è perché il discografico deve avere qualche vantaggio. Sono scambi di favori, si pensa magari di rivalutare il brano vecchio con la modernità che va. Ogni canzone nasce e deve morire allo stesso modo secondo il mio parere”

Roberto Benigni ha proposto “Il Cantico dei Cantici”, come ha valutato la sua esibizione? Le è piaciuta o si aspettava, come tanti, qualcosa di comico? 

“Un premio Oscar è sempre da Oscar, Benigni mi piace. E a chi non piace! E’ come criticare Giotto, Michelangelo, la Cappella Sistina, o Michael Jackson che canta We are the World.  Di sinistra o di destra, la bellezza è sempre unica e intoccabile, anche quando ha delle piccole anomalie. Con il Cantico dei Cantici ha descritto cinque minuti di bollenti spiriti; anche questa è cultura”.

Come valuta l’impatto delle due donne che hanno accompagnato Amadeus nella conduzione, Alketa Vejsiu e Georgina Rodriguez?

“Non lo valuto perché non mi viene di valutarlo. Ogni anno e da anni ci sono donne che scendono le scale con due metri di cosce su venti centimetri di tacco…immaginiamole con un lenzuolo addosso, di notte…mamma sai che paura, allora guardiamole cosi senza lenzuola da strega e viene meglio. Gli occhi vogliono la loro parte ma non è arte, è solo apparire a pagamento. Anche se un po vecchietta avrei ancora preferito la Parietti”

Altro momento per molti commovente, Mika che canta De Andrè: le è piaciuto? 

“Mika! Ma chi e’? Mannaggia la miseria… sono ormai anni che lo vedo in televisione come ospite, conduttore, cantante e non riesco a decifrarlo. Ma sa quanti bravi artisti ci sono in Italia di gran lunga superiori a lui? Basta andare nei quartieri spagnoli e ne trovi a “nfilarata”. Siamo stati esterofili e lo saremo sempre, mentre fatta eccezione di Spagna e America Latina, non c’è un cantante italiano che riesce a fare centro. Nessuno. In America o Inghilterra, oltre a Bocelli e Pavarotti, soltanto qualche caso sporadico ma sempre come meteora. Mi è capitato di trascorrere le vacanze in Inghilterra, seguivo un programma che era una sorta di Corrida sulla BBC. Una sera ho visto come ospite Nek, un vero artista. Lo hanno presentato quasi snobbandolo…mentre in Italia diamo spazio a Mika. Mica poco… Mika che ricorda De Andre’!…Santissimi Cosma e Damiano, datemi l’aiuto a non vedere e non sentire…”