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Lo abbiamo detto e ridetto, è stata la vittoria di Gabriele Gravina. Un successo su tutti i fronti che il presidente federale vuole ulteriormente impreziosire. Manca la classica ciliegina sulla torta, perché adesso il numero uno della Figc punta a riaprire gli stadi ai tifosi prima del termine della stagione. 

Oltre 15 milioni di italiani hanno seguito le semifinali di Coppa Italia, siamo convinti che per la finale avremo un seguito importante“, ha dichiarato a Radio Anch’io, in onda sulle frequenze di Radio Rai, “ci avviamo verso la normalità, un messaggio di speranza per tutto il Paese che non deve dimenticare quello che abbiamo vissuto. Dobbiamo creare le condizioni per migliorarci come persone e come appassionati di calcio. Manca l’ultimo tassello, se l’evoluzione positiva della curva epidemiologica lo consentirà, riportare i tifosi negli stadi avrebbe un senso concreto e reale di ritorno alla normalità“.

C’è la voglia e, soprattutto, la volontà di rivedere presto le gradinate piene perchè il calcio è della gente. “Devo preoccuparmi di garantire di consentire l’ingresso negli stadi, seguendo le indicazioni del Cts. I rapporti devono gestirli le società“, ha proseguito Gravina, “l’auspicio è che ci sia un ritorno alla normalità, significherebbe aver superato il  momento di difficoltà. Per ora limitiamoci ad auspicare l’idea di cominciare a far entrare un po’ di tifosi all’interno degli stadi, come sta accadendo nel mondo della cultura e del teatro”.

Eppure per un momento il timore di non farcela sembrava prevalere, percepito in concomitanza con la decisione della Francia di alzare bandiera bianca. “Col ministro Spadafora abbiamo avuto un rapporto costante e collaborativo. La sua prudenza ci ha consentito di ripartire al momento giusto. Gli devo riconoscere questo senso di responsabilità, questa forma di rispetto per gli italiani“, ha concluso il presidente della Figc, “Malagò ha vissuto questi momenti in maniera distaccata, forse eccessivamente preoccupato dall’idea che la nostra potesse essere l’unica Federazione a ripartire. Questo non ha aiutato il percorso, penso che avrà avuto le sue buone ragioni”.