Il Tribunale civile di Bergamo ha emesso un provvedimento di ordine di protezione nei confronti di un uomo di 36 anni originario della provincia di Avellino (avvocati Paola Maino e Sara Ferrari), attualmente residente a Bonate Sotto, in provincia di Bergamo. Il giudice, esaminando una serie di gravi episodi documentati da registrazioni audio, denunce e referti medici, ha stabilito il divieto per l’uomo di avvicinarsi alla moglie e ai figli minori per un periodo di sei mesi.
La decisione è arrivata a seguito di un ricorso presentato a maggio dalla moglie, una donna di Benevento poco più che quarantenne (avvocato Davide D’Andrea), che ha denunciato comportamenti reiterati di violenza verbale, psicologica e, in alcune circostanze, anche fisica, sia nei suoi confronti che nei confronti dei figli.
Tra il materiale prodotto in giudizio vi sono diversi file audio, in cui l’uomo urla e insulta pesantemente la moglie anche davanti ai bambini, arrivando in alcune occasioni a usare espressioni volgari e minacciose. In un episodio registrato, il minore implora il padre di uscire di casa piangendo e dicendo di averne paura. In un’altra occasione, si sente il rumore di un colpo, seguito da urla disperate della madre che intima all’uomo di non toccare il figlio, mentre i bambini in sottofondo piangono.
A questi elementi si sono aggiunte le denunce presentate dalla donna tra il 2024 e il 2025, nelle quali ha descritto episodi di aggressioni fisiche, minacce e tensioni continue, culminate in un referto medico del pronto soccorso che ha riscontrato un trauma contusivo all’avambraccio, compatibile con un’aggressione. Durante l’udienza del 17 giugno, il 36enne ha ammesso alcuni dei comportamenti contestati, riconoscendo di aver usato insulti molto pesanti nei momenti di tensione e di aver dato “qualche pacca sul sedere” ai figli per correggerli, pur non considerandola violenza. Ha inoltre dichiarato che la moglie lo istigherebbe volontariamente, consapevole del suo carattere impulsivo.
Il giudice ha valutato il quadro complessivo come altamente pregiudizievole per la serenità e l’integrità morale della moglie e dei figli, ritenendo che i comportamenti dell’uomo superino ampiamente i limiti di un’educazione severa o di una lite familiare. È stato quindi disposto il divieto di avvicinamento alla casa coniugale e ai luoghi abitualmente frequentati dalla moglie e dai figli (inclusi scuola e domicilio dei familiari), oltre al coinvolgimento dei servizi sociali, che avranno il compito di monitorare la situazione e di organizzare eventuali incontri tra padre e figli solo in presenza di figure professionali o di fiducia, e solo se ritenuto compatibile con il benessere dei minori. Il Tribunale ha inoltre stabilito un assegno mensile di 450 euro a carico dell’uomo in favore della moglie, attualmente priva di reddito, e lo ha condannato al pagamento delle spese legali.