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Il Comune di Benevento accetta la donazione dell’Hortus Conclusus. Le opere realizzate da Mimmo Paladino sono acquisite al patrimonio di palazzo Mosti come “beni mobili demaniali” in quanto trattasi di raccolta di beni di particolare valenza artistica e culturale. Il tutto, al prezzo simbolico di 1 euro.

A stabilirlo è stato il Consiglio Comunale, riunitosi questa mattina. Il voto del parlamentino di via Annunziata ha posto fine a una querelle cominciata nell’ormai lontano maggio del 2007, quando Paladino propose all’amministrazione cittadina la donazione dell’insieme delle opere d’arte, costituenti unica ed indivisibile opera, già ubicate all’interno dei giardini dell’ex convento San Domenico. Approvato, contestualmente, il regolamento che disciplina l’uso dell’Hortus Conclusus (leggi qui).

A oltre dieci anni di distanza, dunque, il Comune risponde positivamente all’istanza dell’artista sannita, tra i maggiori esponenti mondiale della Transavanguardia. E non a caso, appena terminato il Consiglio, il sindaco Clemente Mastella ha preso il telefonino per comunicare a Paladino l’attesa fumata bianca.

Senza questa votazione, con ogni probabilità, Paladino avrebbe aperto un contenzioso con il Comune. E a giusta ragione. Perché il Maestro va semplicemente ringraziato. Vero è che l’atto dispone degli obblighi in capo a palazzo Mosti ma noi abbiamo il dovere di garantire la manutenzione e la cura di un’opera d’arte di straordinario valore. Inoltre, la nostra scelta apre la strada per ulteriori donazioni da parte dell’artista” – ha spiegato nelle sue conclusioni Clemente Mastella.

E’ caduto nel vuoto, però, il suo appello, rivolto a tutte le forze politiche presenti in aula, a non esprimere voti contrari alla delibera. Un solo ‘no’ si è alzato dai banchi della minoranza. Un ‘no’ pesante. Perché a scandirlo è stato il capogruppo del Partito Democratico Francesco De Pierro.

Accettando la donazione modale – ha spiegato l’esponente ‘democrat’ – il Comune acquisisce al proprio patrimonio qualcosa che è già suo. Il contenuto artistico dell’Hortus è proprietà pubblica da quando l’Ente e il Maestro si accordarono per la realizzazione del complesso. Il Comune, all’epoca, accese anche un mutuo. Diverso ovviamente è il discorso del diritto d’autore che è inalienabile e che resterà sempre in capo all’artista”. “Con la donazione – ha aggiunto ancora il capogruppo Pd – riconosciamo a Paladino anche un diritto di revoca dell’atto in caso di mancata manutenzione dell’Hortus. La stessa richiesta giunta nel 2007 rispondeva proprio alle giuste recriminazioni del Maestro, preoccupato perché negli anni precedenti (il riferimento è all’ultimo periodo di amministrazione D’Alessandro, ndr) si era fatto un uso ‘diffuso’’ di quei luoghi. Resta ferma la mia ammirazione e la mia gratitudine per quanto fatto da Paladino. Ma noi abbiamo il dovere di ragionare da amministratori”.

Una posizione, quella di De Pierro, rimasta isolata tra le opposizioni. L’unico altro consigliere del gruppo Pd presente al momento della votazione, Marialetizia Varricchio, ha accolto l’appello di Mastella ed è uscita dall’aula, evitando il ‘no’. Favorevoli, oltre alla consigliera del M5S Anna Maria Mollica, anche i due rappresentanti del gruppo ‘Del Vecchio Sindaco’, pure esponenti del Pd. Lungo e articolato, in particolare, l’intervento di Raffaele Del Vecchio, assessore alla Cultura nella precedente esperienza amministrativa. “Mimmo Paladino donò il contenuto artistico delle opere presenti nell’Hortus Conclusus nel 2007. Le donazioni ad un Comune devono essere accettate dal Consiglio Comunale. Oggi ho votato favorevolmente alla delibera perché la proposi proprio io nel 2007 quando ero assessore alla cultura. Mio malgrado, però, per una serie di questioni politiche e tecniche, la maggioranza dell’epoca non ritenne di approvarla”.

A favore si è espresso anche Italo Di Dio. Che pure ha manifestato preoccupazione per la capacità del Comune di soddisfare le richieste messe nero su bianche dal legale di Paladino nella lettera giunta a palazzo Mosti lo scorso febbraio. In particolare, l’avvocato Eugenio D’Andrea chiedeva il ripristino dei luoghi “poiché attualmente sono danneggiati e versano in pessimo stato di manutenzione“. E ancora, il Comune dovrà farsi carico del restauro della parte architettonica e del ripristino degli impianti idraulici ed elettrici, sempre sotto la supervisione del Maestro Paladino e con professionisti di sua fiducia.

Di seguito, il testo della missiva – allegata alla delibera – inviata il 6 febbraio dal legale del Maestro Paladino il 5 febbraio.

Dopo essermi confrontato con il Maestro Paladino in merito al ‘regolamento per l’uso dell’Hortus Conclusus’ da allegare alla donazione che mi avete inoltrato… comunico che si può procedere anche se talune garanzie a favore del mio assistito sono state da voi eliminate e/o attenuate.

Ciò premesso è però essenziale e preliminare che i luoghi vengano ripristinati poiché attualmente sono danneggiati e versano in pessimo stato di manutenzione. Deve essere restaurata la parte architettonica e devono essere ripristinati impianti idraulici ed elettrici con la supervisione del Maestro Paladino e con professionisti di sua fiducia.

Inoltre è fondamentale che mi facciate avere il testo della donazione cui si riferisce il disciplinare per verificare che sia conforme al testo predisposto a suo tempo dal Notaio Caruso (nel 2007, ndr) ed a voi sottoposto, poiché nell’atto venivano disciplinati elementi essenziali a garanzia della buona conservazione dell’Hortus (es. orari di apertura, servizio di guardiania, manutenzione delle opere, ecc)”.

Per concludere, nominati Graziano Serpico (presidente), Nicola Alfieri e Carmine Cicala componenti del Collegio dei revisori dei conti per il triennio 2019-2021 (in fot9).