- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – Il prossimo 11 settembre spegnerà 40 candeline, ma per Pietro Iarriccio il tempo sembra essersi fermato almeno una quindicina di anni fa. La condizione, la voglia e l’entusiasmo sono rimaste immutate nonostante gli obiettivi siano inevitabilmente cambiati nel corso del tempo.

Punto di riferimento del basket beneventano, riconosciuto in maniera univoca da chiunque frequenti gli ambienti sanniti della palla a spicchi, Iarriccio è ora pronto a iniziare una nuova avventura lontano dalla propria città. Dopo svariati anni in cui si è battuto con le unghie e con i denti all’interno delle mura ‘domestiche’,  è giunto il momento di un nuovo inizio con la divisa del Lucera, club iscritto al campionato di serie D pugliese. Ma non solo: è in fermento l’attività legata al Mini Basket della Smile 2.0 Basket School & More, della quale ha ripreso la gestione dopo l’addio alla Cestistica Benevento. Ha parlato di questo e tanto altro nell’intervista rilasciata ad Anteprima24 a pochi giorni dall’inizio della preparazione atletica. 

Pietro, manca ormai poco e la parola passerà di nuovo al campo. Cosa ti ha spinto a scegliere il Basket Lucera?
“Riassumere le motivazioni in poche frasi è difficile, ma ci proviamo. Innanzitutto un coach competente come Giovanni Rubino, un presidente serio come Luca Maglia e un roster ambizioso, con diversi elementi di categoria superiore. La società non si è nascosta e punta a vincere un campionato che si può tranquillamente considerare al livello della C silver campana. Coach Rubino mi conosce da 15 anni, ci abbiamo messo un attimo a trovare un accordo. Inizieremo la preparazione il 3 settembre, non vedo l’ora”. 

Hai vissuto gli ultimi due anni da capitano della Cestistica Benevento, quanto ha fatto male l’eliminazione ai play off della scorsa stagione?
“Tanto, anche perché non ho avuto modo di scendere in campo nel momento di massima difficoltà per la squadra. Stavo bene, mi sentivo in forma e mi sono allenato sempre con costanza e serietà. Nonostante questo, da gennaio in avanti sono stato messo da parte. Ho sempre accettato le scelte tecniche, pur non condividendole, da parte mia non c’è stato mai un mugugno nel pieno rispetto dei miei compagni di squadra che ho sempre considerato dei veri e propri fratelli. Ma veder affondare la nave senza avere occasione di dire la mia nelle gare decisive è stato un colpo durissimo. Sì, credo che per ciò che ho dato alla squadra mi sarei aspettato un trattamento diverso”. 

Nell’ambiente ha fatto discutere la scelta della Cestistica di non affidarsi ad atleti beneventani per il prossimo torneo di C silver. Vuoi dire qualcosa in merito?
“Che non ci siano beneventani nel roster è un dato di fatto, ma è nelle facoltà di un club scegliere a quali giocatori affidarsi. Posso dire che mi dispiace, da beneventano, ma non entro nel merito delle decisioni tecniche e societarie. Da sannita mi auguro sempre che la squadra della mia città possa raggiungere grandi risultati”.

Hai sentito qualcuno dei tuoi ex compagni? 
“Sono amici, ci sentiamo spesso. Colgo l’occasione per fare un grande in bocca al lupo per la nuova stagione ai beneventani Vincenzo Cavalluzzo, Giuliano De Martino, Daniele Falzarano, Matteo Cavuoto e anche Pasquale Cavallaro, che è un sannita d’adozione. Si faranno valere con le loro squadre o nelle nuove avventure che intraprenderanno. Auguro il meglio anche a Pasquale Greco, Salvatore Desiato e Marco Carbone, che si erano integrati bene in gruppo dando una grande mano allo spogliatoio”. 

Unitamente alla carriera ormai ultra-ventennale da giocatore, ce n’è un’altra che procede di pari passo: quella di istruttore di mini-basket. Anche qui c’è da segnalare la separazione con la Cestistica.
“Sì, anche qui possiamo parlare di una nuova avventura. Ho ripreso la gestione della Smile 2.0 Basket School & More, società che gestisco insieme agli avvocati Gianluca Rubbo ed Eleonora Reale, a Carlo Collarile, Ilenia Iebba e Regina De Luca. Infine ai professori Benedetta Pascucci, che si occuperà insieme a me dei rapporti tra scuola e società, e Fulvio Iarriccio, che non è solo mio padre ma un importante supporto per tutte le mie attività. L’obiettivo è quello di continuare a coltivare e trasmettere i valori dello sport in cui ho sempre creduto. Le separazioni fanno parte del gioco, come della vita”.