Tempo di lettura: 4 minuti

Sabato scorso si è conclusa la settima edizione de” Il Borgo e il Fiume”, una prima edizione interamente fluviale che è stata promossa in via sperimentale nella bellissima cornice del Ponte Appiano in località Ponte Rotto ad Apice. Si tratta sicuramente di uno tra i più importanti eventi dedicati alla paesologia, all’ambiente e ai beni culturali organizzati in Campania, unico in Italia per la presenza del teatro fluviale e del talk show fluviale.

Anche quest’anno il Borgo e il Fiume ha goduto del patrimonio della Regione Campania, della Provincia di Benevento, del Comune di Apice, dell’Università degli Studi Giustino Fortunato e dell’Università degli Studi del Sannio. È stata un’edizione molto impegnativa ma anche ricca di emozioni e soddisfazioni, grazie alla crescente qualità dell’evento e ad un pubblico sempre più folto ed entusiasta.

Il successo di questa manifestazione si deve oltre all’impegno dei soci dell’Archeoclub d’Italia Apicium, anche alla collaborazione di Enti e di liberi cittadini che a vario titolo ci hanno sostenuto. Grande successo ha ottenuto la terza edizione del teatro fluviale dal titolo “le lavandaie e il processo alla Janara”. La rappresentazione si è aperta con vari dialoghi tra lavandaie sotto forma di battibecchi e pettegolezzi. Il momento saliente è stato l’ingresso in scena di una ragazza che ha raggiunto il fiume per lavare i panni e raccogliere le erbe spontanee che crescono lungo i suoi argini, utili per poter realizzare unguenti e altri preparati. La ragazza viene poi strattonata a terra dalle lavandaie a causa di varie dicerie sul suo conto e nel battere la testa sogna il processo, dove sarà accusata di stregoneria e costretta a confessare all’inquisitore azioni che ella non avrà mai realmente compiuto.

La scrittura scenica è frutto di un lavoro di ricerca curato da Mariella De Libero, presidente dell’associazione Libero Teatro, la quale si è occupata anche di formare il gruppo di recitazione. Pur trattandosi di un lavoro di ricerca storica, qualche riferimento è stato adattato all’ambientazione e al territorio. Hanno fatto parte del gruppo di teatro: Angela Albanese, Antonella Morante, Raffaella Zullo, Maria Pia Rubino, Martina Mirra, Franca Mogavero, Carmela Racioppi , Raffaella De Florio, Carolina De Florio, Gianvittorio Fallace, Luca Parenti, Consuelo Giangregorio, Giuseppe Sirignano e le comparse Lucia Coppolaro e Antonietta Mogavero. Dopo la rappresentazione teatrale,  l’evento è ripreso con il talk show fluviale condotto dal giornalista Michele Intorcia e si è svolto a qualche metro dalle acque del fiume Calore.

Hanno preso parte al talk esperti e docenti universitari: gli antropologi Paolo Portone e Claudio Corvino del Laboratorio di Ricerca su tradizioni folkloristiche e stregoneria dell’ Unifortunato i quali hanno parlato del fenomeno della stregoneria legato al nostro territorio, hanno poi preso la parola Francesco Fiorillo docente di geologia dell’Unisannio e Sabino Aquino docente di geologia dell’Unipegaso i quali hanno parlato del fiume Calore e delle problematiche connesse alle risorse idriche, in seguito sono intervenuti Vincenzo Amato docente dell’Unimol e l’archeologo Antonio Mesisca i quali hanno parlato delle prospettive future per la Via Appia e in fine Matteo Morante in rappresentanza di Sei Ventures e Michele Martucci coordinatore regionale Archeoclub ci hanno parlato delle problematiche relative alle aree interne.

L’evento si è concluso con un suggestivo concerto fluviale, realizzato sempre in riva al fiume, curato dagli artisti Eduarda Iscaro e Lello Campanelli e in contemporanea si è aperta l’area food con una degustazione di prodotto e piatti della tradizione contadina. Alla manifestazione è stata presente anche l’esperta di etnobotanica Franca Molinaro che ha esposto alcuni suoi lavori come gli “erbari” realizzati con specie arboree e l’artista italo-australiana Ines De Leucio con la sua Strega aborigena. L’artista italo-australiana ha presentato le sue maioliche e si è esibita con una performance dal titolo “L’alchimista dell’argilla e dell’acqua.”

È stata così l’occasione per spiegare come si realizzavano le mattonelle, i piatti e altri utensili nell’antichità riproponendo una particolare lavorazione dell’argilla utilizzando acqua di fiume. 

“Un ringraziamento speciale va ai nostri sponsor, che anche quest’anno hanno creduto nella nostra manifestazione e che senza di loro non avremmo potuto realizzare l’evento”, così nella nota il presidente dell’Archeoclub d’Italia Apicium Alessio Errico.