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Casalduni (Bn) – Un mostro che sputa fumo. Lo Stir di Casalduni domina imponente il territorio e tormenta i pensieri e le speranze di un’intera popolazione che ha sempre fatto dell’agricoltura la sua risorsa principale. Un altro incendio ha spezzato i già precari equilibri umorali di chi vorrebbe vivere la sua terra in armonia, serenità e pace, ma che proprio non riesce a trovare in essa  un’alleata per la vita. Non più, almeno. Da circa vent’anni la gente di Casalduni si sente abbandonata dalle istituzioni e da chi dovrebbe tutelare la salute dei cittadini. “Questa è la vergogna dell’Italia”, afferma disperatamente una donna. “Ci sentiamo abbandonati da tutti, solo il nostro sindaco (Pasquale Iacovella ndr.) ci è vicino. Gli altri sono assenti, ci stanno facendo morire lentamente da circa vent’anni. Basta guardarsi intorno, qui non c’è più niente, ma la cosa più grave è che non sappiamo cosa arriva allo Stir, cosa viene smaltito. Il problema non sono i rifiuti urbani, il problema è che non si sa cosa c’è qua dentro. Non c’è controllo”. 

Parole forti, che trovano conferma in quelle di un concittadino: “Fui uno dei primi a denunciare, nel 2000, questo progetto che presentava tante ambiguità. Abbiamo protestato contro la costruzione di questo impianto, avevamo dubbi e perplessità su tante carte che non erano a norma”. La voce è a spezzata dall’emozione quando si inizia a parlare dell’attività personale. “Ho un’azienda agricola, vivo di agricoltura come tanti di noi. Dal 2000 in poi i miei prodotti non hanno avuto più valore, non riesco a venderli. Quando a Fragneto si è verificato l’incendio delle ecoballe nel 2013 ho dovuto prendere tutto e sono andato a coltivare la terra a Puglianello. I miei vigneti, i miei uliveti, le mie strutture, non servono più”. 

Difficile convivere con il tormento. Lo sguardo è sempre rivolto alla nube che sovrasta il cielo della zona: “Ogni sera l’unico pensiero che abbiamo è cosa esce dallo Stir, se viene prodotto del fumo. La gente ha paura che i prodotti siano inquinati. Le analisi sono chiare, il raccolto è sano, ma è l’immagine che si ha di esso che è sbagliata. E sapete che l’immagine al giorno d’oggi è tutto. Ora qui c’è il deserto, e il guaio è che sarà sempre peggio”. 

NEL VIDEO LE DICHIARAZIONI DEI CITTADINI INTERVISTATI