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Nessuno se la prenda, ma c’è stato bisogno di arrivare alle semifinali per vedere il gol più bella della Witch League e non è stata una giocata nata sul rettangolo verde, non un calcio di punizione, un tiro al volo o qualsiasi altra cosa che fa sognare gli sportivi.

E’ bastato semplicemente farsi vedere, alzare le braccia per ringraziare e, alla stessa maniera, dire ‘ci sono’.

La notizia del gravissimo incidente al Rione Libertà di qualche settimana fa ha spezzato il fiato a una città intera. Un bilancio gravissimo con un morto e un’altra persona in lotta per la vita. Entrambi giovanissimi, Francesco e Matteo. Il primo ha lottato ma purtroppo non ce l’ha fatta, il secondo è rimasto aggrappato alla vita con le forze che aveva e questa battaglia l’ha vinta, anche per l’amico che non c’è più.

Vederlo ieri al centro sportivo ‘Francesca’ di Cesine è un messaggio che va al di là della storia in sè: è un messaggio di vita, di speranza, di voglia di esserci al di là di ogni cosa. E’ un messaggio di normalità, quella che Matteo sta cercando di recuperare al netto dei problemi che, ovviamente, lo attanagliano ancora e lo costringono a spostarsi in carrozzina. 

Una pioggia di affetto per lui, cori da parte dei tifosi della Zona Ovest, braccia alzate a ringraziare e quel saluto iniziale con la squadra di Tamburo che vale come un filo che lega questa ragazzo all’intera città.

Mani strette che sanno di vita, sorrisi accennati che sanno di voglia di recuperare una normalità che per un ragazzo giovanissimo dovrebbe essere rincorrere un pallone, esultare a un gol, vivere l’amore e divertirsi con gli amici.

Di sicuro non mettersi alla prova per continuare a vivere o per piangere un ‘fratello’ che è stato solo più sfortunato di lui. Queste sono cose ben lontane da un’adolescenza che è come un libro bianco con pagine che vengono scritte ogni giorno.

Il dolore resta, le ferite si possono rimarginare, anche se serve tempo, la vita è tutta lì, c’è ed è ancora fatta di respiri, sorrisi e un saluto per diro: ‘ci sono anche io’.

Bentornato Matteo.