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Solopaca (Bn) – La storia dell’infanticidio successo nella notte tra domenica e lunedì rientra in quei fatti che lasciano un senso di amaro in bocca, ma soprattutto poca voglia di parlare. E’ in questi casi che il mestiere del cronista si fa complicato perchè provare a far emergere una verità o semplicemente uno stato d’animo condiviso, diventa operazione quasi impossibile. La voglia di parlare è poca, la frase che maggiormente si sente è quella del “conviene fare silenzio e stringerci attorno alla famiglia”. Ed è ciò che è stato ascoltato con una certa frequenza in quel di Campolattaro. Un viaggio all’interno della cittadina sannita per capire come la comunità abbia accolto una notizia così tremenda. Un atto che spesso porta a ricevere risposte scontate (dolore, partecipazione, silenzio) ma, per quello che viene definito “dovere di cronaca”, va fatto, in punta di piedi, ma va fatto. Ed è durante questo giro che si iniziano a scoprire alcuni contorni della storia di questa madre che ha deciso di compiere l’atto più orribile che ci sia: uccidere il figlio appena nato. In pochi la ricordavano nel paese, quasi nessuno sapeva della sua maternità e in fondo era comprensibile. Loredana aveva lasciato Campolattaro da un po’ di tempo per andare a Quadrelle, paese in provincia di Avellino nel quale viveva col compagno. In tanti hanno scoperto la triste notizia con grandissimo ritardo, qualcuno non ne sapeva addirittura nulla. 

Ma, come detto, la voglia di parlare è poca per la delicatezza dell’argomento ed è anche comprensibile, per rispetto nei confronti di una piccola anima che non ha avuto il tempo di aprire i suoi occhi al mondo e cominciare a muovere i primi passi.

Una tragedia che si è consumata a pochi passi da un distributore di benzina sulla Telesina, un punto di raccolta per i viaggiatori sia per il rifornimento che per il ristoro. E’ qui che è successo il fatto ed è qui che è scattato l’allarme. Una posizione poco comoda per osservare la scena, ci sono circa 200 metri che separano l’area dal luogo del misfatto, un continuo via vai di mezzi su una strada molto trafficata, anche di notte. Senza l’impatto, nessuno si sarebbe accorto di quanto stava accadendo, perchè pare anche complicato sentire il pianto del bimbo e questo viene confermato anche dal benzinaio del turno serale. E’ stato l’urto ad allertare gli avventori del bar adiacente alla pompa di benzina, probabilmente sono i viaggiatori gli unici che hanno potuto vedere l’auto e allertare i soccorsi per quello che aveva tutti i crismi dell’incidente stradale. E’ stato solo questo piccolo particolare che ha aperto gli occhi e fatto scoprire che quel botto aveva in sè un segreto ancora più macabro, triste e amaro. Una tragedia sulla quale stendere un velo di silenzio nel rispetto di questa anima che ha pagato senza avere una colpa.

L’iter delle indagini andrà avanti, come è giusto che sia, tutti i contorni saranno svelati e chi dovrà pagare, lo farà. Intanto conviene separare le strade di queste due storie: da un lato il silenzio e la riflessione per l’anima di un piccolo angelo, dall’altra il rumore per un’azione che ha poco di umano.