- Pubblicità -
Tempo di lettura: 6 minuti

Benevento – L’armonia delle note del “Nicola Sala Jazz Duo” ha il compito non semplice di aprire un dibattito sullo sviluppo del territorio, tema che nel Meridione è raramente foriero di soluzioni semplici. E’ la musica a fare da apripista al primo appuntamento del ciclo di incontri organizzato dal Corriere del Mezzogiorno dal titolo “Orizzonte Sud”, che ha come obiettivo la discussione di temi legati al tessuto imprenditoriale, agli investimenti e ai modelli di innovazione. Il meraviglioso scenario del Teatro San Vittorino ha ospitato alcuni degli imprenditori locali più virtuosi, confermandosi una cornice perfetta sotto ogni punto di vista.

Dal dibattito moderato dal vicedirettore del Corriere della Sera, Antonio Polito, e introdotto dal Direttore del Corriere del Mezzogiorno, Enzo D’Errico, sono emerse le idee del presidente di Confindustria Benevento, Filippo Liverini, del Sindaco Clemente Mastella, del CEO di Sapa Group, Antonio Affinita, del direttore generale di Rillo Costruzioni, Fulvio Rillo, e del presidente di IVPC e Benevento Calcio Oreste Vigorito che hanno successivamente dato il cambio sul palco ad altri quattro imprenditori quali Antonio Liotti (Responsabile Gestione, Formazione e Sviluppo Risorse Umane Leonardo), Paolo Raia (Head of Operations Wind Southern Europe di E.On) e Stefano Bolognese (Business Executive Officer Buitoni e Nestlé Italia). 

Liverini, in qualità di presidente locale di Confindustria, ha mostrato un certo ottimismo sulla situazione imprenditoriale sannita: “Negli ultimi tre anni, nonostante il grave problema dell’alluvione e dei suoi effetti, abbiamo avuto una maggiore interlocuzione con la Regione dalla quale attendiamo tuttavia ancora dei fondi ingenti per il rimborso dei danni subiti da tante aziende. E’ per questo che quanto di buono fatto in questo arco di tempo è da attribuire al lavoro e all’impegno quotidiani delle nostre imprese che vanno ampiamente elogiate”. 

La situazione del territorio sannita è fortemente pregiudicata da una viabilità sconnessa e per larghi tratti inadeguata, disagio posto in evidenza dallo stesso Liverini: “Benevento è un capoluogo scollegato ormai dal punto di vista ferroviario. La progettualità sulle infrastrutture del territorio manca, spero che i rappresentanti sanniti in parlamento facciano squadra indipendentemente dal loro credo politico. Mai il nostro territorio aveva avuto così tanti esponenti a Roma, questo può essere un buon viatico a patto che si faccia gruppo come avvenuto tra imprenditori ed istituzioni nel caso riguardante le Zone Economiche Speciali (ZES ndr.). Inizialmente Benevento era stata esclusa, poi è rientrata grazie anche all’aiuto dell’Onorevole Boffa, del Comune e dell’assessore Regionale Amedeo Lepore ottenendo circa 150 ettari tra Contrada Olivola e la zona Asi”. 

Delle infrastrutture ha parlato anche Fulvio Rillo: “Ciò in cui spesso si pecca sono le modalità di sfruttamento dei fondi europei. Quelle disponibilità economiche dovrebbero essere impiegate in opere frutto di progettualità, invece spesso si fa la rincorsa e ci si affanna per utilizzarle nel tempo utile.Bisogna prima programmare le opere e poi spendere i fondi. Ma devo dire che i segnali degli ultimi anni vanno in controtendenza, con la filiera imprenditoriale sannita parsa unita più volte sul tema delle infrastrutture. Nelle altre nazioni, come la Spagna, si è investito proprio su questo per far salire il Pil. le grandi opere sono un volano fortissimo per superare la crisi, per questo i finanziamenti andrebbero utilizzati in maniera oculata”.

Antonio Affinita di SAPA Group ha confessato che la tematica della viabilità sfiora soltanto la sua azienda che si occupa di componentistica automotive: “Il nostro settore è particolare; ha più che altro bisogno di trovarsi vicino al cliente anche dal punto di vista fisico.  Abbiamo stabilimenti a Pomigliano, Cassino, Melfi, Piemonte, Abruzzo e Polonia. Per quanto riguarda l’Europa, le case automobilistiche tedesche provvedono al trasporto autonomamente, a noi spetta solo produrre. Espandersi partendo dal Sannio era un sogno di mio padre e negli ultimi anni il trend è cresciuto tantissimo; basti pensare che abbiamo iniziato a importare esperti e ingegneri dal nord anziché fare il contrario. Trovare dei profili preparati sul mercato non è semplice, per questo abbiamo deciso di costruire una Academy interna in azienda. Non sempre il livello di istruzione è adeguato al lavoro che facciamo. Qualcosa deve cambiare anche nel mondo dell’istruzione; bisogna passare dalla convinzione che sia importante il pezzo di carta a quella che la cosa fondamentale è il percorso di studi, la specializzazione e la formazione”. 

Oreste Vigorito si è diviso tra eolico e calcio. Il Benevento Calcio ha rappresentato un fiore all’occhiello della sua attività imprenditoriale negli ultimi anni, ma prima ancora c’era stata l’IVPC. Entrambe le aziende hanno un trait-d’union: il fratello Ciro. “Mi ha accompagnato in tutte e due le avventure, poi è stato chiamato ad altri impegni…”, ha dichiarato commosso ricordando la sua figura e trovando sollievo negli applausi provenienti dalla platea. “Sono otto anni che è andato via, il ricordo della gente e la nostra unione fa sì che sia con me ogni giorno, in tutte le mie decisioni”. 

la sua avventura sul territorio partì dal Fortore, terra ancora oggi martoriata dal problema-viabilità: “Ventisette anni fa spiegai a degli investitori americani che a Benevento c’erano risorse importantissime. Facemmo nel 1995 un investimento di oltre trecento miliardi nel Sannio, precisamente nel Fortore. Lo facemmo senza le infrastrutture giuste, che mai ci sono state. Pensate che la prima volta che arrivammo a Montefalcone, i bambini di del posto corsero verso gli imprenditori giapponesi per capire chi fossero. Erano stupiti di vedere qualcuno con quei tratti somatici dalle loro parti, questo perché la Fortorina li ha sempre isolati”. 

Infine, sempre da Vigorito, un appunto alla Regione:Il comparto eolico potrebbe essere migliorato abbattendo le torri attuali e sostituendole con torri più moderne e meno ingombranti, oltre che più produttive. Il problema è che la Regione Campania non lo consente dal punto di vista burocratico. E’ importante riflettere su questo e sul fatto che le energie del territorio potrebbero essere fondamentali per la crescita della zona. Invece siamo costretti a fare il bene dei trader e dei clienti esteri”

A Clemente Mastella, Sindaco di Benevento, è stata chiesta infine un’opinione sulle opportunità di crescita del Capoluogo: “La mia idea è far diventare Benevento città d’arte. L’unica in Campania è Napoli, Caserta ha invece effettivamente solo la Reggia per rivendicare tale titolo. Il discorso su Benevento è diverso. La nostra è una città storica a tutto tondo. Bisogna attrezzarsi lavorando insieme per creare appetibilità sul mercato e fare in modo che diventi una piccola, grande città del Mezzogiorno”.

Al centro, dunque, il tema culturale: “Abbiamo lanciato nei giorni scorsi l’idea dell’Appia come sito Unesco. Bisogna puntare su un turismo che non sia “mordi e fuggi”. Chi si ferma a Pietrelcina non si ferma a Benevento, ci sono dei limiti strutturali che non invogliano il turista. La strada Benevento-Caianello è priva di un manto stradale degno, serviranno 7 anni per aggiustare il tratto fino a San Salvatore Telesino e altri 7 per completarla. Se superiamo lo scoglio della viabilità Benevento ha tutte le risorse per emergere, ma se non lo si fa in fretta si rischia di disperdere capitale umano, perché sempre più giovani vanno via. E senza capitale umano – ha concluso il primo cittadino – l’impresa di far crescere un territorio diventa sempre più dura”.