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Le aspettative sono alte, dobbiamo ripagarle con il lavoro”. Sabrina Ricciardi lo ribadisce più volte. Quasi fosse un mantra. La senatrice sannita, ospite per ‘L’intervista’ di Anteprima24, sente forte il peso delle responsabilità legate al risultato straordinario ottenuto nel Sud Italia dal Movimento Cinque Stelle. “E’ il Mezzogiorno la grande emergenza del nostro Paese”. Pure la sua recente elezione nella commissione Vigilanza della Rai è declinata in una prospettiva prettamente meridionalista.

Il Sud ha votato il M5S per far sentire forte la sua voce. Anche nei media, il Mezzogiorno o viene ignorato o se ne parla in una declinazione distorta. Serve un racconto diverso delle nostre terre. Una narrazione più attinente alla realtà delle cose, dei fatti, delle storie: mi impegnerò in tal senso”.

Beneventana, una laurea in giurisprudenza, una specializzazione in mediazione familiare. Grillina di prima culla. Eletta al Senato nel listino proporzionale. Una esordiente in parlamento eppure sono tre le commissioni che la vedranno impegnata: Trasporti, Politiche Europee e, da qualche giorno, Vigilanza Rai.

Possiamo dire che il Movimento Cinque Stelle ha deciso di investire molto su Sabrina Ricciardi?

Probabilmente sì, c’è anche questo. Ma è vero anche che di lavoro ce n’è per tutti all’interno del Movimento. E molti sono i parlamentari impegnati su più fronti. La commissione di Vigilanza Rai è certamente uno degli organismi più importanti ed è forse per questo che la notizia ha avuto un certo risalto. Ma come M5S ci siamo dati una organizzazione tale da responsabilizzare tutti. E infatti si lavora tanto. I commessi romani sono rimasti sorpresi dalla nostra presenza e dalla nostra continuità. Il punto è che siamo consapevoli che alte sono le aspettative nei nostri confronti e dunque l’impegno da parte nostra è massimo”.

Il voto del 4 marzo, il primo giorno a palazzo Madama, l’elezione di Fico alla Camera, il voto di fiducia al governo Conte: avete già vissuto tante emozioni, quale evento l’ha colpita di più?

Sono tutti dei ricordi egualmente belli. Il voto del 4 marzo, per dirle, mi ha lasciato stordita per una settimana. E la domenica sera in cui sembrava fallito il tentativo di dar vita al governo Conte mi ha assalito la febbre. Proprio la nascita dell’esecutivo ha prodotto il cambiamento più tangibile. Fino a prima, percepivamo una certa diffidenza, non voglio dire ostilità, nei nostri confronti. E parlo degli ambienti parlamentari e anche dei colleghi degli altri partiti. Poi il clima è mutato, pure il rispetto è cresciuto. Ora tocca a noi. Quanto agli eventi che lei ha citato, l’emozione è la stessa perché tutti sono figli di una unica volontà”.

E cioè?

Il M5S nasce per avvicinare le persone alle istituzioni. Si era verificata una rottura in questo rapporto. Noi abbiamo fornito una risposta, andando oltre il vecchio istituto della delega. La piattaforma Rousseau risponde a questa volontà. Le nostre proposte di legge passeranno di lì. Per un periodo di sessanta giorni, saranno oggetto di valutazione degli iscritti alla piattaforma, chiamati a produrre delle osservazioni. Poi giungeranno nei parlamento. In questo modo, il legame tra rappresentanti ed elettori non cessa mai”.

Le sue prime proposte cosa riguarderanno?

“Non mi piace fare annunci. Prima i fatti, poi le parole. Le posso dire che l’attenzione sarà rivolta al Sud, al superamento di situazioni di disparità che considero intollerabili. La Tav che collega Brescia, Padova e Verona, da sola richiede una spesa due volte maggiore a quella preventivata per l’intero Sud Italia. Pensi: Matera è capitale europea della cultura nel 2019 e manco ha una ferrovia! In alcuni settori strategici, come quello dei trasporti e delle infrastrutture, il Sud vive una situazione di emergenza che non è degna di un Paese civile. Nel 2015 il governo ha presentato  l’elenco delle opere che l’Italia considera fondamentali, da finanziare e realizzare entro il 2020 chiedendo aiuto all’Europa: si tratta di 71 progetti infrastrutturali con richiesta di finanziamenti per 7 miliardi di cui solo 2 al Sud. Non esiste, non è giusto”.

Dovrete convincere innanzitutto i vostri alleati, la Lega di Salvini.

“Premesso che c’è un contratto di Governo da rispettare, spetterà a noi farci valere. E poi consideri che siamo il doppio di loro…”.

Siete il doppio di loro eppure sul piano della visibilità la Lega sembra farla da padrona. Da più parti si parla di un rischio subalternità del M5S nei rapporti con il Carroccio.

“Le assicuro che i fatti si faranno sentire più degli annunci. Sappiamo che ci siamo assunti un rischio: purtroppo la situazione prodotta dalla legge elettorale non ci lasciava alternative. In ogni caso, come le dicevo, ci siamo tutelati attraverso la sottoscrizione del contratto e per noi farà fede quell’impegno”.

E le politiche sul tema dei migranti portate avanti da Salvini la convincono? Intendo anche gli atteggiamento del ministro per l’Interno?

“Distinguerei tra sostanza e forma. Formalmente i suoi toni sono aggressivi e non li condivido. Nella sostanza il discorso è un altro: c’è un business dell’immigrazione che va fermato. Non l’accoglienza che va garantita secondo il rispetto della legge. E poi si chiede un maggior rispetto in sede europea. Tutto qui. In ogni caso su questo tema, che è tema complesso e delicato, conteranno i risultati”.

Torniamo un attimo al tema dei trasporti, mi pare di capire che per lei è questo il settore prioritario per la crescita del Sannio, sbaglio?

“Non a caso ho scelto questa commissione. Quello dei collegamenti è un tema determinante per lo sviluppo del nostro territorio”.

E’ anche un tema di cui si è discusso tanto nelle ultime legislature, con particolare riferimento alla Telesina e all’Alta Capacità. Almeno da questo punto di vista, dunque, dobbiamo attenderci una continuità dal governo gialloverde?

Senza dubbio. Sui grandi progetti stiamo già lavorando. Pure con il ministro Toninelli abbiamo fatto un primo punto della situazione. Ovviamente andremo avanti mettendo in campo il nostro modo di fare e intendere la politica. Ma i trasporti sono anche altro. C’è pure un discorso avviato con i nostri rappresentanti in Regione Campania per la Benevento-Napoli via Valle Caudina, tratta che necessita di interventi urgenti e importanti”.

Chiudiamo con qualche considerazione sulla città di Benevento. Lei ha vissuto in prima persona anche la campagna elettorale per le amministrative del 2016. Sono trascorsi ormai due anni: vede qualche cambiamento nell’amministrazione Mastella rispetto a quella targata centrosinistra?

“Assolutamente no. L’apparenza, magari, è cambiata. Ma in termini di risultati concreti, non è mutato nulla”.

Nel 2016 Mastella riuscì meglio di voi ad interpretare la voglia di cambiamento della città. Qualcosa è cambiato in questi due anni? Benevento è pronta a sostenere un sindaco del M5S?

Benevento è un po’ una città diffidente. Due anni fa decise di cambiare ma di scegliere Mastella perché ammaliata dal passato importante dell’attuale sindaco. Ma alle promesse non hanno fatto seguito i fatti. E il clima, rispetto al 2016, è già profondamente cambiato”.

Chiudiamo con Di Maio. Quando lo vedremo a Benevento? In campagna elettorale è stato ovunque in Campania meno che nel Sannio. Le assenze a volte pure rappresentano dei messaggi.

“Purtroppo non si può essere ovunque. Anche se lui quasi ci riesce, davvero incredibile quanto lavora. Io dico una cosa: ma esiste solo la campagna elettorale? Onestamente preferisco che venga qui in veste di Vicepremier. E su questo lavorerò, per il bene della città che più amo: la mia Benevento!”.