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Benevento – Gli bastò mezz’ora per entrare nella storia del Mondiale. Una fuga che sembrava interminabile lo condusse verso la porta di Cech, saltato con estrema grazia prima del definitivo 2-0. A Simone Barone, che lo seguì a ruota sperando in un comodo assist, rimase l’illusione di averci sperato. Filippo Inzaghi quel gol alla Repubblica Ceca non lo dimenticherà mai. Fu il sigillo sulla qualificazione dell’Italia agli ottavi di finale, il timbro sul pass per la sfida contro l’Australia.

I trenta minuti e spiccioli accumulati quel giorno ad Amburgo resteranno gli unici di Superpippo nel percorso culminato con la vittoria del Mondiale di Germania 2006. Non un giorno qualunque, perché il destino delle volte ci mette del suo. Era il 22 giugno, data che quest’anno ha coinciso con l’annuncio ufficiale a Benevento. Un segno, chissà. Magari una premonizione.

A Berlino, il successivo 9 luglio, Inzaghi festeggiò un trionfo il cui anniversario ricorre proprio oggi. Ben tredici candeline su cui soffiare, simbolo del tempo che passa ma anche dei ricordi che restano. E visto che le emozioni forti vanno sempre celebrate, il desiderio da esprimere potrebbe essere quello di provarne altre nei prossimi mesi. Guiderà una squadra che  – guarda caso – in occasione dei suoi novant’anni vestirà eccezionalmente anche d’azzurro. E allora sì, nulla è per caso. 

 

 
 
 
 
 
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