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Benevento – L’uomo del nord e la Campania. Due mondi diametralmente opposti che si sposano per la prima volta. Una carriera da calciatore vissuta a grandi livelli ma mai varcando i confini della sua Emilia Romagna. Un’esperienza da allenatore divisa tra Milano, Venezia e Bologna. A due passi da casa, da quella Piacenza dove tutto è cominciato, Pippo Inzaghi si è fermato lo scorso gennaio, assaporando l’amarezza del primo esonero a stagione in corso. Sarà stata quello, volendo imporre una visione romantica, a fargli capire che magari era giunto il momento di cambiare aria, meditando la possibilità di abbracciare per la prima volta il Sud e quella Campania al quale lo legano piacevoli ricordi e che lo avrebbe potuto vedere protagonista già in passato.

Ci avrà forse pensato a cena con il presidente Oreste Vigorito e il direttore sportivo Pasquale Foggia, scegliendo Benevento come prossima meta per un nuovo inizio, il terzo in regione. Se tutto si è infatti sviluppato al di sopra di Roma, è sotto la Capitale dove Inzaghi ha vissuto le sue prime volte. Con il Piacenza ha assaporato il “calcio dei grandi” a Caserta, esordendo in serie B nella stagione 1991/92. Una manciata di minuti, entrando al 43′ del secondo al posto di Guido Di Fabio e non potendo far nulla per evitare la sconfitta dei biancorossi (3-2). Passano gli anni e il ragazzo diventa uomo, ribattezzato Superpippo inizia ad assaporare l’aria della Nazionale. Gioca sette partite in azzurro senza mai segnare e per un attaccante non deve essere situazione piacevole. Serve allora ancora l’influsso della Campania, spostandosi però di un’ottantina di chilometri. Ne realizzerà 25 di gol complessivamente con gli Azzurri, rompendo il ghiaccio a Salerno in occasione di un’amichevole con la Spagna pareggiata 2 a 2 con doppietta proprio di Inzaghi.

Eppure in Campania rischia seriamente di arrivarci nel novembre del 1995. Tanzi, allora presidente del Parma, trova l’accordo per cederlo al Napoli di Ferlaino in prestito con diritto di riscatto. Sembra tutto fatto ma l’affare salta sul più bello, complici anche le parole di Boskov: “Non abbiamo bisogno di una riserva“. Si sarebbe trattato del terzo incrocio con la Campania, quello che lo avrebbe portato a varcare “confini inesplorati“. Un’occasione che avrà adesso con il Benevento e anche in questo caso si tratterà di una prima volta.