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In attesa della ripresa delle ostilità il Benevento ha ripreso la settimana tipo che porterà i giallorossi alla sfida di domenica sera alle ore 21 contro il Pisa. Intanto, il tecnico Pippo Inzaghi ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dove ha parlato di Milan, Ibra e ha dedicato ampio spazio alla sua avventura in terra sannita.

INZAGHI E IL BENEVENTO: «Questa è una gran bella società, di categoria superiore. Organizzata, seria, con un presidente eccezionale: Vigorito è una specie di papà. E con calciatori forti, ovviamente, perché senza quelli non vai da nessuna parte. Ma la Juve era di un altro pianeta, ci mancherebbe. Quanto conta l’allenatore? Il migliore, dico sempre, è colui che fa meno danni. A volte noi tecnici pensiamo di avere inventato il calcio, invece dobbiamo solo mettere i giocatori nelle condizioni di esprimersi al massimo. Io cerco di riuscirci, con il mio staff: gente seria, preparata, appassionata come me».

INZAGHI E LA FASE DIFENSIVA: «Ma no, penso solo che la miglior fase offensiva la si possa avere quando la palla ce l’hanno gli altri: il pressing alto impedisce agli avversari di attaccarti e, se recuperi palla, li sorprendi. Infatti abbiamo anche l’attacco migliore».

INZAGHI E I RECORD: «Le cadute e i passi falsi si evitano con questi». Apre il telefono, mostra un file, si chiama «Records»: ci sono tutti i primati nella storia della B. «Li stampo e li appendo negli spogliatoi, uno per volta. Dobbiamo batterne quanti più è possibile».

INZAGHI E IL SUO FUTURO: «Il mio futuro lo vedo solo a Benevento. Nel 2017 il ds Foggia mi ha chiamato, avevo molte proposte, ho scelto Bologna. E mi ha cercato pure sei mesi fa, benché le cose per me si fossero messe peggio. Qui mi hanno dimostrato stima quando mi volevano tutti, ma anche quando non mi voleva nessuno. E questo non lo dimenticherò».