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Castelvenere –  della Campania inseriti nell’Elenco nazionale dei Prodotti agroalimentari tradizionali” (Pat). Il decreto firmato dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, lo scorso 14 luglio, ha dato il via libera alla richiesta avanzata a firma del sindaco Mario Scetta. Il piatto tipico vennerese fa parte delle 29 nuove acquisizioni campane previste dal Mipaf, che ha portato a 515 i prodotti campani inseriti nell’elenco nazionale dei Pat, confermando la Campania come la regione al primo posto in Italia per numero di prodotti.

A rendere ancora più importante il riconoscimento ottenuto dalla Scarpella di Castelvenere è il suo inserimento nella ristretta cerchia dei piatti più rinomati della ricca cucina campana. In questa lista di eccellenze la Scarpella, unica presenza squisitamente sannita, si trova in compagnia di preparazioni come la Parmigiana di melanzane, il Ragù napoletano, il Sartù di riso, la Genovese, lo Scarpariello, il Peperone imbottito, la Frittata di scammaro, il Crocchè, il Gattò di patate, la Braciola, la Zuppa di soffritto, la Frittura napoletana ed altre rinomate prelibatezze campane.

L’elenco nazionale dei Pat riveste un ruolo importante non soltanto ai fini della mera sicurezza alimentare, ma anche e soprattutto nell’affermazione delle identità delle varie comunità rurali del nostro paese. Non a caso, un decreto ministeriale  del 2008 ha dichiarato i Pat “espressione del patrimonio culturale italiano”. Si tratta di prodotto che rappresentano – e sono riconosciuti come tali – la sintesi della storia e della cultura di molte piccole comunità, soprattutto nelle aree interne. Prodotti identitari, che possono trasformarsi anche in punti di forza per programmi di sviluppo del turismo rurale.

“E’ proprio con quest’ottica – dichiara Pasquale Carlo, consigliere con delega alla promozione del territorio, che ha curato in prima linea la richiesta avanzata dalla Casa Comunale – che abbiamo chiesto alla Regione Campania di inserire il nostro piatto tipico tra le eccellenze della cucina regionale. Questo piatto, che la tradizione vuole profondamente legato alle festività carnevalesche, deve diventare il compagno ideale per la promozione della risorsa principale del paese, il vino, soprattutto quelli ottenuti delle uve barbera del Sannio. Un connubio che anche la stampa enogastronomica ha avuto modo di apprezzare in diverse occasioni. Vino e cibo sono custodi di una storia, narratori di un’identità. Quell’identità che deve rappresentare la forza per distinguerci dall’omologazione – non solo dei gusti – che tende ad impoverirci”.