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Un laboratorio di cucina è stato condotto dallo chef stellato Giuseppe Iannotti, del ristorante Kresios. Al suo fianco l’Istituto Alberghiero beneventano ‘Le Streghe’ e i detenuti di alta sicurezza della Casa Circondariale di Benevento

E’ stata scritta una pagina di elevato valore civile nell’istinto carcerario di contrada Capodimonte. Protagoniste personalità lontane tra loro ma, in ogni caso, un momento importante sia per l’istituto cittadino che per i detenuti. E’ stato per i detenuti che frequentano il corso scolastico un modo per approfondire nozioni di cucine e acquisire nuove competenze. In sostanza, sono stati realizzati a mano i cavatelli, un piatto immancabile sulle tavole italiane. Il tutto sotto la supervisione dello chef stellato che ha dispensato suggerimenti e consigli.

Presenti il direttore del Carcere Gianfranco Marcello e la dirigente dell’Ipsar Antonella Gramazio. Entrambi hanno assistito alla ‘lezione‘ dello chef stellato Giuseppe Iannotti nell’ambito di un corso d’istruzione attivo presso la struttura e mirato alla preparazione di  un pranzo della domenica.

Il menu odierno prevedeva per i 35  detenuti e per le 5 classi dell’Ipsar di via Santa Colomba un classico della cucina della domenica: cavatelli fatti con acqua e farina, conditi con ragù di polpette. Tutti fatto rigorosamente a mano dai detenuti. A chiudere il tiramisù.

L’intento era quello di vivere un giorno diverso, a suo modo quasi di festa per i detenuti. Regalando, allo stesso tempo, un momento costruttivo e creativo, probabilmente persino di sollievo. La giornata, peraltro, costituisce un momento di incontro, condivisione, e consolidamento del percorso di studio intrapreso dagli stessi detenuti.

La dirigente dell’Ipsar Gramazio ha spiegato: “E’ un’iniziativa importantissima. Lo chef ha potuto dare un valore aggiunto a un progetto scolastico. Qui si vive in una dimensione differente, insegnare in un istituto di pena significa misurarsi con un’utenza adulta, c’è la necessità di una programmazione differente che punti sulla rieducazione e sul reinserimento nel mondo del lavoro”. 

Lo chef Iannotti è apparso molto soddisfatto della giornata vissuta: “Sono venuto qui con la consapevolezza di portare a casa un risultato. Siamo all’interno di un carcere per realizzare qualcosa di nuovo rispetto al quotidianità dei detenuti, anche per farli divertire. Il carcere non mi fa paura, loro hanno la fama di voler fare qualcosa”.

A Giuseppe Iannotti sono state pure donate due divise da chef personalizzate fatte rigorosamente a mano con materiali riciclabili in fibra di canapa di lino grazie al lavoro dei detenuti sotto la supervisione dalla Nuova Cooperativa di Integrazione Sociale.