L’importante ospite, dopo i saluti di rito ,ha affrontato con professionalità e trasporto il complesso tema, contestualizzando nel tempo attuale il delicato tema della formazione.
Tra i tanti messaggi che il relatore ha lanciato questo è uno dei quelli più forti:
“Platone ebbe inizialmente un rapporto conflittuale con la scrittura privilegiando la scrittura dell’anima; utilizzarla significava attribuire a un oggetto il ruolo di supplente dell’anima e quindi assottigliare quella distanza tra mondo sovrasensibile e mondo sensibile. Del resto al tempo di Platone la memoria dell’affermarsi della scrittura era ancora presente e pare che il filosofo di Atene un giorno sia arrivato a dire pressappoco: “Ma cosa sarà di questa scrittura, mica la useremo sempre, la utilizzeremo semmai per le cose davvero importanti”.Beh !io tutte le settimane scrivo su un post-it giallo che devo ricordarmi di portare l’umido davanti all’ingresso di casa e poi lo attacco al frigorifero. Certo che un giorno torneremo in aula però quel giorno avremo recuperato il nostro rapporto con la tecnologia annoverandola fra le diverse opportunità, fra i diversi strumenti, utili all’apprendimento. Il vero challenge non è trasferire consolidate slides dense di massime, citazioni, istogrammi e concetti chiave dalla rassicurante cartella di power point a Zoom Cloud meeting; il vero sfidante obiettivo è ripensare delle tecniche e delle dinamiche di apprendimento che facciano i conti con una diversa, più sobria e produttiva occupazione del tempo, con la rinuncia della condivisione dello stesso spazio, con una diversa modulazione dell’empatia che la costante interazione fra trainer e trainee riesce ad attivare, con la privazione delle dinamiche di mèta comunicazione (in primis il linguaggio del corpo), senza rinunciare al ruolo che le emozioni giocano in un processo di apprendimento.”
Ad aver introdotto l’incontro il presidente del RC Valle Tesina il dott.Roberto Ghiaccio il quale ricordando Nemesi di Philiph Roth, così conclude l suo intervento “L ’Altro è sempre presente anche nella forma della mancanza o dell’assenza, perché questa auto-reclusione necessaria è, per chi la compie, un atto di profonda solidarietà e non un semplice ritiro fobico-egoistico dal mondo.Non è qui tanto il sacrificio della nostra libertà, ma l’esercizio pieno della libertà nella sua forma più alta.In queste strane iper connessioni virtuali fatte di smembramento fisico ricordiamoci che Io sono l’altro dell’altro, ed allora, essendo di ispirazione, connettiamoci, aprendo nuove possibilità”.
Comunicato stampa