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In una seduta che all’ordine del giorno pure presentava diversi argomenti di notevole importanza, dalla sicurezza delle strade al bilancio dell’Ente (tutti approvati), il Consiglio Provinciale di questa mattina farà discutere per il debutto di un gruppo consiliare di chiara ispirazione leghista nelle istituzioni beneventane.

A rompere il tabù sono Claudio Cataudo, vicesindaco di Ceppaloni e oramai ex delfino di Mastella, e Lucio Mucciacciaro, fascia tricolore di Fragneto l’Abate e da oggi nuovo consigliere per l’uscita di scena di Carmine Montella, non più amministratore nella sua Paolisi e dunque impossibilitato a sedere ancora nel parlamentino di piazza Castello.
E se da un punto di vista ufficiale il simbolo del Carroccio non è nelle disponibilità di Cataudo e Mucciacciaro, a sottolineare l’adesione dei due inquilini della Rocca alla proposta politica di Salvini c’è la scelta della denominazione del gruppo, scelta ricaduta su un inequivocabile “Prima i Sanniti“.
E altrettanto chiaramente, attraverso il primo intervento in aula del capogruppo Mucciacciaro, “Prima i Sanniti” ha voluto marcare i confini della propria azione politica. Confermata da Cataudo la volontà di far parte della maggioranza di Antonio Di Maria – “siamo stati eletti in liste a suo sostegno e vogliamo portare il nostro contributo alla realizzazione del programma nei modi e nei termini che il presidente riterrà opportuni“-, all’indirizzo di Clemente Mastella arrivano parole che suonano come una dichiarazione di guerra. A scandirle, dicevamo, il capogruppo Mucciacciaro: “Sono stato eletto con ‘Sannio in Movimenti’, lista che Mastella neanche voleva partecipasse alle elezioni. Una contrarietà, allora, motivata da argomentazioni filosofiche poi smentite dai fatti“. “Per Mastella – ancora Mucciacciaro – la nostra lista avrebbe favorito il centrosinistra ma così non è stato. Avessimo dato ascolto alle sue filosofie, oggi non sarei seduto tra questi banchi. Si vede che Mastella perde colpi“. Una prima stilettata che potrebbe apparire una carezza, considerato il prosieguo: “La verità è che la presenza di Mastella fa venir meno le condizioni per parlare di centrodestra nel Sannio. E questo perchè nell’idea di centrodestra di Mastella, lui è il centro e sua moglie la destra“. Un attacco frontale che non ha trovato repliche  – se non in Nino Lombardi: “Meglio i prodotti tipici che i derivati” – negli altri esponenti della maggioranza che governa la Rocca ma che una volta giunto negli ambienti di palazzo Mosti non passerà sotto silenzio.

Davvero arduo, infatti, immaginare che il sindaco del capoluogo possa sopportare a cuor leggero la presenza nella ‘sua’ maggioranza di una componente dichiaratamente antimastelliana. Un dato politico evidente e di cui anche il presidente Di Maria, giocoforza, dovrà farsi carico, visto che Cataudo è parte integrante della sua squadra (con le deleghe alle politiche sociali, industriali ed energetiche) e che per Mucciacciaro si ipotizzava lo stesso ruolo che era di Montella (delegato ai trasporti e al turismo).