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Emozione, passione e condivisione. La sesta edizione del ‘Festival di Primavera – Una finestra sulla danza‘ si è conclusa nel segno dell’eccellenza artistica e dell’umanità profonda, grazie alla presenza di Raffaele Paganini, étoile di fama internazionale, oggi apprezzato docente. In occasione della Giornata Internazionale della Danza il Teatro de La Salle è stato gremito soprattutto da giovani danzatrici rapite dal carisma e dalla generosità del grande maestro.

Intervenuto nell’ambito dell’incontro dal titolo ‘La danza per tutti’, a cura di Laura Delfini, Paganini ha parlato della sua carriera e della propria visione dell’arte coreutica con sincerità e una sorprendente capacità di entrare in empatia con i giovani, alcuni dei quali aveva già conosciuto poche ore prima durante una lezione presso il Centro Studi Danza Carmen Castiello. Raffaele Paganini
“Avevo di natura il punto zero. Non che fossi più bravo degli altri… ma rimanevo sospeso in aria per qualche secondo. E questo mi permetteva di inventare cose, formulare salti particolari. Infatti ho inventato la triplasforbiciata” ha raccontato.
Una testimonianza, ma anche uno spunto per riflettere sul valore educativo e inclusivo della danza. Paganini ha più volte ribadito l’importanza della formazione classica, definendola la vera base per ogni percorso artistico: “Senza danza classica non si va da nessuna parte. Potete fare tutti gli stili che volete, ma non potete prescindere dallo studio del classico” ha detto ai giovani. 
Nato in una famiglia di artisti, ottavo di undici figli, Paganini ha condiviso anche aspetti più intimi della sua vita, come il legame con la moglie, ex ballerina: “Mi diceva: ‘La fatica la facciamo noi, non tu’, perché io passavo le giornate in sala. Tante ore di studio”. 
Nel corso del dialogo ha ricordato anche Heather Parisi, straordinaria showgirl con cui ha condiviso momenti importanti in televisione: “Una delle migliori ballerine televisive in assoluto. Mi ha insegnato tanto, anche nell’uso delle espressioni del volto. Io venivo dal teatro, in tv è diverso, la faccia è importante per arrivare al pubblico”. 

Paganini ha parlato dei suoi inizi, supportato da alcune clip, della lunga carriera che lo ha visto spaziare dalla danza classica al musical – memorabile la sua interpretazione in ‘Sette spose per sette fratelli’ con Tosca – e delle sfide affrontate nel ‘reinventarsi’: “Recitavo, cantavo e ballavo. Ho imparato tutto. Ma è la danza classica che mi ha dato la disciplina per studiare le altre materie. Ho iniziato a studiare tip tap a 40 anni. Ho fatto musical per dieci anni. E quando ho smesso, ho iniziato a insegnare. Mi piace tantissimo”. 

L’étoile ha parlato anche dei suoi figli: “Ho due maschi, nessuno ha voluto fare danza, ma mi sarebbe piaciuto avere un danzatore in casa”, per poi rivolgersi direttamente ai giovani: “Siete creature straordinarie. Se fate danza, siete ancor più nel mio cuore. Non rinunciate mai ai vostri sogni. Qualsiasi cosa facciate, fatela con amore e passione. Se non vi innamorate della danza, è meglio che facciate qualcos’altro”. 
La giornata si è chiusa con ‘Le Quattro Stagioni di Tumpa’ a cura di Luigi Giova e del Centro Studi Danza Carmen Castiello. Un avvincente spettacolo di musica e danza, dinanzi ad una platea gremita, in cui ad un gradevole balletto in costume faceva da contraltare una amabile esibizione canora di una bimba musicalmente dotata, coadiuvata dal maestro Giova.

Particolare soddisfazione è stata espressa dalla docente e coreografa Carmen Castiello, la quale da anni porta avanti nella nostra città il tema di fondo propugnato da Paganini e Delfini: lo studio della danza classica esige applicazione e rigore, e va impartito all’insegna della qualità, seguendo la grande tradizione didattica di questa disciplina altamente formativa.