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Benevento – Sono le 20.04 quando Oreste Vigorito entra in campo. Manca poco meno di un’ora all’inizio del derby, lo stadio non è ancora affollato. Saluta la curva dei tifosi beneventani, poi si rivolge a tribuna e distinti. E’ tuttavia la curva nord, con precisione il settore ospiti, a coglierlo di sorpresa. Un lungo applauso, a cui fa seguito un coro contro il suo ‘collega‘ Claudio Lotito, patron della Salernitana inviso a gran parte della tifoseria granata. “Vogliamo un presidente che ci porti in serie A“, cantano i supporter del cavalluccio marino. A Vigorito un sorriso finisce per scappare, ma nulla più. Al termine della gara, ai colleghi di Salerno, escluderà tassativamente un amore sportivo, parallelo o alternativo che sia, differente da quello che nutre per Benevento

Vigorito resta al suo posto, nella città delle Streghe, quella che lo ha accolto e coccolato. Quella in cui sono in tanti che scherzosamente (ma neanche troppo) lo vedrebbero bene addirittura come sindaco dopo le fresche dimissioni di Clemente Mastella. Ma anche quella che sogna di tornare presto in serie A, augurandosi di sostituire al più presto la certezza aritmetica con i complimenti e lo slancio d’entusiasmo dovuto a una posizione di classifica infinitamente positiva. Esattamente come l’atmosfera all’interno dello stadio. Prima, durante e dopo la partita.

Diciamolo pure chiaramente. Dopo una settimana di polemiche era alto il livello di perplessità e curiosità sulla reazione dei tifosi. Sensazioni che andavano smentite o avvalorate da una notte di sport che si è rivelata tale. Rispetto reciproco, fair play, cori sempre a favore dei propri colori e mai contro quelli altrui. Uno spot per il calcio e per la serie B. La decisione di estendere la vendita dei biglietti dei vari settori ai tifosi della Salernitana aveva generato qualche malumore, ma all’interno della struttura non si è registrato alcun disagio. Anzi.

Soltanto all’esterno, nel defluire, sarebbe volata qualche parola grossa nella zona del Liceo Rummo, ma nessun contatto o danneggiamento. Ed è giusto precisare che si sia trattato di una sparuta minoranza e che le forze dell’ordine erano li’ a presidiare la zona tenendo tutto sotto controllo.

Nulla, comunque, un’inezia rispetto alle emozioni vissute all’interno del Ciro Vigorito. La voglia della Salernitana, il cuore del Benevento, il boato ai due gol, i fuochi d’artificio esplosi all’improvviso nei minuti di recupero. E poi sì, lo scambio di complimenti a distanza tra le due curve a fine partita, poco prima che i riflettori si spegnessero e il sipario calasse in maniera definitiva. Un altro derby se n’è andato, avanti il prossimo.