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Benevento – Probabilmente non c’è la percezione del pericolo oppure c’è quella grande voglia di mettersi il periodo buio alle spalle. Sta di fatto che girare lungo le strade principali di Benevento ha portato a notare un po’ di cose. Alcune, molte a dir la verità, positive. Altre un po’ meno. Essere entrati nella fase-2 avanzata per qualcuno ha avuto la stessa valenza del “libera tutti” nel gioco del nascondino. Ripresa della solita vita, calca, ritrovo nei soliti luoghi per fare ciò che si è sempre fatto. Il tutto come se nei precedenti mesi non fosse successo nulla, solo una noiosa parentesi. La considerazione è cambiata nel breve volgere del tempo. E’ bastata una passeggiata per il corso per notare che la stragrande maggioranza aveva accettato le direttive: passeggiata sì, ma con tanto di mascherina e distanza, tranne nel caso di nuclei familiari. Poche le persone che hanno sfidato le ordinanze ritrovandosi liberamente a camminare senza alcune protezione. Gli assembramenti sono stati più facili da trovare. Insomma, a differenza di quanto si possa sostenere, i beneventani possono essere promossi a pieni voti, pochi i rimandati.

Il breve volgere del tempo, come detto, è cambia la considerazione. Si entra nel week end e si nota il peggio, sotto tutti i punti di vista. Controllo massiccio da parte delle forze dell’ordine per bloccare una persona (!), rea di essere seduta su un muretto per fumare una sigaretta e avere (ovviamente) la mascherina abbassata. E’ vero, non era da solo ma con altre persone, un gruppetto di quattro o cinque unità davanti a un locale che presentava un numero di avventori comunque considerevole. Giusto l’intervento delle forze dell’ordine. Peccato che, a soli cinquecento metri, non di più, nella centralissima piazza Risorgimento, c’era un gruppo nutrito di giovani intento a giocare a pallone. La maggior parte senza mascherina o abbassata del tutto. Bastava voltarsi per notare la scena e invece è stato meglio concentrarsi sul malcapitato, redarguito e multato. Non è la prima volta che capita qualcosa del genere. In altre zone, in giorni diversi, è stato notato quello che viene definito assembramento, creato alla luce del sole e senza l’intervento di agenti che, comunque, sono presenti e fanno avanti e indietro per il corso. Non è possibile non notare, è impossibile non intervenire, eppure accade.

Da questa passeggiata emerge un altro dato, forse quello più preoccupante. La maggior parte degli “inosservanti” rientra nella categoria degli adolescenti: quelli che si sentono al sicuro, che si sentono inattaccabili e che pensano di poter fare tutto. Le stesse persone che, però, dimenticano che potrebbero essere minacce per i propri cari, persone più adulte che potrebbero vivere il virus con una preoccupazione maggiore. Ecco perchè serve tenere alta l’attenzione e pensare che questa “semilibertà” ottenuta vada assolutamente preservata per non tornare nuovamente al punto di partenza.