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Bologna – Un’esperienza che le è rimasta dentro e che difficilmente dimenticherà. Lucia Tedesco tra due settimane conseguirà la laurea in Scienze Filosofiche presso l’Università di Bologna ma negli ultimi giorni ha gustato un delizioso antipasto di ciò che le riserverà il futuro. Ha messo in circolo tutta la sua creatività ottenendo la splendida soddisfazione di salire sul palco della “Repubblica delle Idee”, manifestazione culturale organizzata del quotidiano ‘La Repubblica’ svoltasi proprio nel capoluogo emiliano dal 16 al 18 giugno. Al suo fianco l’architetto Stefano Boeri, che ha apprezzato il progetto concepito in brevissimo tempo insieme ad altri tre partecipanti al workshop ed è rimasto colpito dalle sue qualità. 
 
Ma cosa ha rappresentato per Lucia quel momento? Vale la pena riavvolgere il nastro e lasciarlo spiegare direttamente da lei, partita da Cautano con il desiderio di realizzarsi ed essere felice. “E’ stata un’esperienza meravigliosa. Ho partecipato al workshop sulle forme del lavoro creativo e quando siamo stati suddivisi in piccoli gruppi nessuno di noi conosceva i propri compagni. Ci hanno lasciato scegliere uno tra i vari macro-argomenti su cui elaborare una proposta di cambiamento e abbiamo deciso di puntare sulla scuola primaria e secondaria, su cosa ci sarebbe da riformare relativamente all’approccio didattico e allo spazio fisico rappresentato da un istituto scolastico”. 
 
Boeri, uno dei massimi esponenti dell’architettura italiana – noto ai più per il ‘Bosco Verticale’ di Milano – ha apprezzato talmente tanto l’idea di Lucia e del suo gruppo che ha deciso di farla intervenire insieme a un’altra ragazza del team sul palco centrale (qui l’intervento, al minuto 3 del video), lo stesso che in questi giorni ha visto protagonisti i vari attori della politica, dell’economia e della cultura del nostro Paese: “Illustrare il lavoro compiuto nel workshop davanti a una platea così vasta è stato fantastico. Il mio contributo può sintetizzarsi in un ripensamento della struttura delle scuole, la maggior parte delle quali in Italia sono ancorate all’epoca fascista. Istituti che trasmettono rigidità, freddezza, che frenano in un certo senso la serenità e la creatività di chi li frequenta. Ho pensato a un edificio ispirato alla forma di un fiore, i cui petali sono sì separati, ma confluiscono tutti verso il centro. Un po’ come le idee degli individui che la sono chiamati quotidianamente ad animarlo”.
 
La visione è piaciuta talmente tanto a Boeri da lasciargli intendere che Lucia studiasse Architettura: “E’ stato curioso rivelargli che non è così, ma mai dire mai. Non mi precludo alcuna strada perché credo che quando una cosa interessa bisogna considerarla in tutta la sua complessità. E’ un punto di vista che in Italia stenta a impors, la nostra è una cultura troppo settoriale. Io invece mi vedo una persona estremamente dinamica, ho sempre desiderato di essere in grado di fare più cose”. 
 
Nel futuro immediato c’è la laurea, impostata su un tema che di questi tempi è più caldo che mai: “La tesi che presenterò è sulla Giustizia Ambientale. L’ho realizzata in collaborazione con l’Environmental Humanities Laboratory di Stoccolma, che è diretto da Marco Armiero, storico dell’ambiente e Political Ecologist. In Italia sono seguita dalla professoressa Paola Govoni, storica e sociologa della Scienza all’Università di Bologna”. Un grande traguardo, il primo di una lunga serie.