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Era stato beccato dalle telecamere dell’ufficio cambi di Lugano, dove lavorava, mentre svuotava tre cassette di sicurezza.

Diverse migliaia di euro, un orologio d’oro e alcuni documenti finanziari il bottino del furto.

Arrestato a Vicenza dalla polizia, dopo sei mesi è di nuovo un uomo libero. E’ la storia di Angelo Carbone, 62enne originario di Benevento. Una storia raccontata oggi dal Corriere del Veneto perché fa discutere.  Il ritorno alla libertà, in attesa di un nuovo giudizio, è stato infatti deciso dalla Corte di Cassazione che ha annullato l’ordinanza della Corte di Appello di Venezia – che disponeva convalida di arresto e carcere -perché “non c’è pericolo di fuga”.
Peccato che Carbone proprio in fuga era stato arrestato. Bottino in macchina, il nostro conterraneo aveva attraversato il confine fino ad arrivare a Vicenza- Trascorsa la notte a casa di una conoscente, era pronto a rimettersi in macchina per raggiungere – con ogni probabilità – l’Europa dell’Est.  Aperta la porta, però, si era ritrovato di faccia gli agenti della polizia che lo stavano aspettando da nove ore.
Siete stati bravi”, le parole di Carbone – già gravato da precedenti – ai poliziotti, riusciti a risalire a lui grazie al telefonino intercettato.
Nella sua Mercedes, diecimila euro in contanti, l’orologio in euro, piede di porco, cacciavite e scalpellino. Gli utensili con cui aveva aperto le cassette di sicurezza dell’ufficio dove lavorava da anni.