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Nella futura maggioranza di governo alla Rocca non ci sarà spazio per consiglieri eletti in altre liste”.

Questo il messaggio che il 23 gennaio scorso (leggi qui) i maggiorenti del centrodestra lanciavano all’indirizzo di “Sannio in Movimento”, la ‘terza gamba della coalizione’, almeno nelle intenzioni dei promotori.

Alla riunione, si ricorderà, prendevano parte tutti i principali azionisti dell’alleanza che a ottobre aveva determinato la vittoria di Antonio Di Maria alle elezioni provinciali.

Unici assenti, per l’appunto, i sostenitori di “Sannio in Movimento” e in particolare i rappresentanti di Fratelli d’Italia e del gruppo storicamente vicino a Nunzia De Girolamo nella passata gestione di Forza Italia. Per loro porte chiuse sia a palazzo Mosti all’epoca, dove si tenne la riunione, che alla Rocca in futuro, dove il loro tentativo di dar vita a uno progetto politico autonomo – da Mastella – nel centrodestra non avrebbe (si diceva) trovato cittadinanza il giorno dopo il voto per il Consiglio Provinciale.

“Saranno due le liste del centrodestra, non tre” – chiariva ai cronisti il sindaco di San Giorgio del Sannio Mario Pepe.

Una scomunica in piena regola.  Comunicata urbi et orbi e confermata in tutte queste settimane, tanto che alcuni esponenti di “Sannio in Movimento”, a cominciare dal portavoce FdI Federico Paolucci, non si sono risparmiati in bordate da campagna elettorale.

Ma “il giorno dopo il voto” è arrivato. E il dubbio è tornato: su quanti consiglieri potrà contare la maggioranza Di Maria? Sei o sette? Sei, la precisazione giunta dai corridoi di via Annunziata. Tuttavia il diavolo si annida nei dettagli. E un gruppo WhatsApp creato dopo il voto per i consiglieri di orbita dimariana, e utile a coordinare i lavori del parlamentino sannita, suggerisce una risposta diversa.  

Nella maggioranza ‘social’, infatti, i consiglieri sono sette. Carmine Montella, sindaco di Paolisi e candidato eletto per “Sannio in Movimento” è stato aggiunto nel gruppo. E con lui, ovviamente, i consiglieri di “L’Altro Sannio” – Domenico Parisi, Giuseppe Bozzuto, Michele Napoletano – e di “Noi Sanniti” – Nino Lombardi, Luca Paglia e Claudio Cataudo, oltre che Renato Parente, capo staff del Presidente.

Certo: un indizio non è una prova. Però fa rumore. E presto valuteremo i riverberi.