- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Castellammare di Stabia (Na) – L’intervista è stata concessa a uno studente di giornalismo impegnato in una prova intercorso ed è stata l’occasione per far venire fuori alcune verità sul mondo del calcio giovanile. Il protagonista è Saby Mainolfi, responsabile del settore giovanile della Juve Stabia e sannita purosangue, oltre che mente della scuola calcio Valle Telesina.

Direttore le attività giovanili sono quasi al giro di boa dei vari campionati, un suo resoconto.

Possiamo constatare il buon lavoro di tutte le società campane impegnate nei campionati professionisti, se andiamo a leggere le varie classifiche, da quelle giovanili di A e B, a quelle di Serie C, le società campane sono in vetta o nei primi tre posti, ció dimostra che la nostra regione è una fucina di giovani promesse

Giovani promesse che molto spesso nel loro cammino si perdono, come mai? Ci dia una sua spiegazione?

Le risposte possono essere molteplici,penso che ognuno di noi che vive il settore giovanile, avrà una sua risposta, io credo che sia la mentalità che ogni ragazzo realizza intorno ai 15/16 anni, la voglia di sacrificio, la voglia di ascoltare consigli da chi li da, senza tornaconti, fondamentale è la ricerca di migliorarsi quotidianamente negli allenamenti e vivere il calcio con spensieratezza

Dicono che lei sia un grande stimolatore dei ragazzi, sempre presente nei campi e soprattutto sempre pronto ad ascoltare e consigliare ogni atleta del settore giovanile stabiese.

(rispondendo con un sorriso)È il mio lavoro, per questo ruolo la società Juve Stabia mi ha contrattualizzato fino al 2020, è la normalità, sarebbe anomalo se avessi un comportamento diverso. I ragazzi hanno bisogno di confrontarsi, discutere, essere motivati nelle loro scelte. Preferiscono il dialogo con il loro responsabile che con i tecnici, forse si sentono più protetti”.

Diciamo che è un problema generazionale la mancanza di fiducia in se stessi.

Puó essere, oggi i ragazzi hanno tutto quello che desiderano, vivono in una protezione quotidiana: a casa, a scuola, nel tempo libero e questo sicuramente influisce sulle loro insicurezze; sotto l’aspetto calcistico io chiedo solo di scendere in campo e divertirsi, poi il resto verrà da se”.

Quindi nel divertimento, lei vede la soluzione del discorso iniziale, la dispersione del talento?

Vedo che è stato attento alle mie risposte ( un’altro sorriso); si, è proprio nel divertimento dei ragazzi la soluzione. Se nelle Scuole Calcio, non si pensasse a vincere, molti ragazzini avrebbero più possibilità di crescita. Molto spesso mi capita di seguire le partite di campionati regionali, resto senza parole nel vedere società che nelle categorie Giovanissimi, Mini Giovanissimi non fanno le sostituzioni o addirittura le fanno nei minuti di recupero, è inaudito. Penso a come tornerà a casa quel ragazzino e con che voglia si recherà al campo in settimana ad allenarsi

Chi la conosce bene, nell’ambiente calcistico, la descrive come una persona sempre molto attenta e oculata sull’operato delle scuole calcio e che le piace seguire in prima persona i calciatori segnalati, vero?

Vero, tutti i ragazzi del settore giovanile sono stati seguiti da me personalmente, di solito mi confondo tra il pubblico o dietro le reti di recinzione(ci racconta ridendo), quando vengo riconosciuto mi trovo un pó in difficoltà, ma ognuno di noi nel mondo calcistico ha i suoi usi; come è vero che adoro le scuole calcio, sono le fondamenta della crescita calcistica di ogni singolo atleta, li si insegnano le regole, le basi del gioco, il confronto, ma come detto prima, dovrebbero soffermarsi molto di più sull’insegnare la spensieratezza; mi piange il cuore vedere istruttori che imitano i professionisti, non per essere presuntuoso, ma lo diró fino allo sfinimento : lasciate liberi di giocare i piccoli calciatori, non imponete le giocate, non sgridateli se dribblano, non sgridateli se tirano, se avete voce da usare, urlate ai genitori : fategli capire che per i loro figli il “calcio” è un divertimento, non un lavoro.”

Certo che ascoltare queste parole, fa riflettere su questo mondo giovanile, molto spesso teatro di illusioni, che nel lungo termine rovinano la vita sportiva e non solo dei ragazzi. Forse i dirigenti come Saby Mainolfi sono la speranza per un futuro roseo del nostro calcio, troppo spesso coinvolto in scandali che si manifestano tutti i giorni e su tutti i campi, dai dilettanti ai professionisti, e soprattutto tra i giovani, gli stessi giovani i quali, il direttore tiene molto a cuore. Per la cronaca bisogna segnalare che molti giovani che Mainolfi ha cresciuto, sono oggi in club di serie A, serie B, serie C, ma per sua stessa volontà non sono stati citati.