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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta ai dipendenti dello Stir di Casalduni a firma di Pierino Mancini, ex dipendemte consorzio Bn3.

“Cari lavoratori, vi esprimo la mia solidarietà e quella della maggioranza degliex dipendenti dei consorzi Bn1, Bn2 e Bn3. La nostre vertenze, anche se iniziate in tempi diversi, hanno molto in comune. Quello che unisce le anomale vertenze è avere la stessa controparte. Una controparte molto potente, arrogante e proterva. Che, sia pur espressa da partiti diversi, in forte competizione e contrapposizione, trova una fortissima unità quando bisogna tutelare i loro interessi e per questo ledere i diritti di noi lavoratori. Che, nei momenti importanti, trova alleanze anche in chi dovrebbe difendere i diritti degli iscritti, come dovrebbero fare i sindacati, in primis la Cgil che ha la maggioranza degli aderenti. I sindaci da sempre perseguono obiettivi precisi. Li raggiungono facilmente perché coloro che fanno parte, in modo compiuto, del sistema di potere che domina nella nostra provincia, danno loro concretamente via libera, mentre fanno finta di voler risolvere la vertenza creando inutili mobilitazioni. Inutili, perché non incidono veramente sul problema. Perché si gira intorno e non si fa capire ai lavoratori chi veramente è la controparte da combattere. I sindaci hanno, scientemente e scientificamente, portato al fallimento prima i consorzi, non pagando per i servizi resi nei propri comuni.I sindacati che dovevano vigilare, dormivano sonni interessati. In questo modo hanno raggiunto l’obiettivo di gestire in proprio la raccolta e il trasporto dei rifiuti, affidandola in modo diretto ad aziende o società amiche che hanno assunto operatori scelti in modo clientelare. Ciò, ovviamente, non è stato l’unico vantaggio raggiunto. Hanno poi sabotato la crescita della società provinciale Samte nel 2010, aggirando la legge regionale. Mentre nella vicina Irpinia, nel rispetto delle leggi, già operava la società provinciale IrpiniAmbiente che gestiscel’intero ciclo integrato dei rifiuti. Compresolo Stir. Per questo in Irpinia non vi è nessuna problematica. I nostri e i vostri colleghi lavoranoda nove anni in tuttatranquillità e i contribuenti pagano un tributo molto più basso dei beneventani e degli abitanti della provincia. Una delle più povere dell’intero Paese. Chi ha aiutato concretamente i sindaci ad aggirare le leggi? I sindacati, naturalmente! In primis la Cgil. Che da sempre supporta gli interessi dei sindaci contro i diritti dei lavoratori. Per questo non abbiamo accettato la presenza di alcuna sigla sindacalenell’incontro di lunedì a Confindustria. La vostra è una vertenza anomala, nel senso che non doveva nemmeno nascere. Ciò è avvenuto perché i sindaci non hanno pagato, pur incassando i tributi dai cittadini, la Samte per il conferimento della frazione indifferenziataallo Stir, dove lavoravate. Come è stato possibile far crescerei debiti fino alla cifraabnorme di otto-nove milioni? Sapevano i sindacati tutto ciò? Non vi sono forse state concrete e visibili complicità penali?Sulle nostre e vostre teste si stanno giocando delicate partite non solo politiche. Sono tanti i milioni di euro in gioco. Tanti soldi che gonfiano le tasche dei soliti noti a discapito dei nostri poveri stipendi. Noi e voi siamo solo pedine che amministratori e sindacati muovono a vuoto per favorire chi persegue precisi interessi.La vostra vertenza si potrebbe risolvere facilmente, solo si volesse. Basta far pagare ai Comuni anche solo il 30% dei debiti. Iniziando dal Comune di Benevento, il maggiormente indebitato. Invece vi stanno utilizzando come utile strumento, buttandovi contro la moribonda società Samte, che non è la vostra controparte reale.La Samte, da parte sua, essendo gestita dai sindaci, è stata complice nel particolare e truffaldino andazzo. Permettendo,a lungo, lo sversamento gratuito ai sindaci, in quanto componenti dello stesso sistema politico-affaristico. Bisogna, quindi, rompere questo perverso meccanismo che supporta gli interessi del sistema contro i nostri diritti. Noi lo abbiamo fatto, occupando il Comune di Benevento due volte. Creandogrande disappunto proprio nei sindacati, facendo saltare gli accordi raggiunti sulle nostre teste che ledevano i diritti di cui siamo portatori. Dimostrando la nostra forza dirompente, frutto di una presa di coscienza. Non siamo più pedine nelle mani di chi persegue suoiparticolari interessi. Ci siamo liberati e siamo diventati una mina vagante capace di incidere in profondità nelle vertenze. Fino a far saltare tutto. Ho visto una foto che vi ritrae insieme a due sindacalisti. Moltidipendenti degli ex consorzi li conoscono molto,ma molto,bene. Per questo, per meglio difendere i propri diritti, li tengono ben lontani. Sono dei collusi con il sistema di potere politico-affaristico il cui compito reale è quello di controllare e gestire i lavoratori in modo da non disturbare il manovratore e creare problemi.Soprattutto il sedicente sindacalista lavoratore che nel mesedi agosto del 2010 ha firmato in prefettura un protocollo che, favorendo i sindaci,nei fatti impediva la gestione provinciale del ciclo integrato dei rifiuti, come dettava la legge regionale, affossando la Samte. Mandando i dipendenti dei tre consorzi nella strada e, infine, creava i presupposti per l’attuale grave crisi.Infine, dovreste immediatamente prendere coscienza che la vostra vertenza è nata per sfoltire il numero di addetti. Siete troppi, per la gestione in economia dell’impianto basta giusto la metà di voi. Per questo alla fine della giostra solo il 50% resterà.In un modo o nell’altro si salveranno i soliti super raccomandati, che conoscete benissimo. Sempre con il contratto metalmeccanici. Quanti bulloni avete utilizzato nel vostro lavoro? Quante barre d’acciaio avete lavorato? Come mai pur lavorando da anni nel comparto rifiuti,ancora oggi non avete il contratto relativo?Come potete ancora fidarvi di chi vi ha preso in giro? E’nostro comune interesse unificare la lotta contro la comunecontroparte, i sindaci. Noi, intanto, in modo determinato, continueremo a lottare. Oggi vi chiediamo diunirvi a noi. Domani sarà troppo tardi”.

“Ps – si conclude la missiva:Non contate sull’Ato, mal visto dai sindaci. Per questo  nascerà, forse, tra due-tre anni. Chiedete a Romito, molto vicino alla Cgil”.