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Lo scenario delle aree interne nel nostro Paese fotografa un territorio esteso dal punto di vista geografico e alquanto frammentato in tema di erogazione e fruizione di servizi, in particolare quelli essenziali (salute, istruzione e mobilità).
Le aree interne si caratterizzano inoltre per uno spopolamento progressivo e per l’invecchiamento della popolazione residente nonché per un aumento del livello delle disuguaglianze.
Cittadinanzattiva, che attraverso iniziative concrete sul territorio sostiene da anni una strategia nazionale delle aree interne di ampio respiro in grado di garantire servizi essenziali imprescindibili per chi abita questi territori, ha attivato una nuova edizione di “Chi l’ha fatto?” il premio per le buone pratiche realizzate nelle aree interne, che abbiano in qualche modo contribuito a migliorare la qualità della vita ai residenti di questi luoghi.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con UniCredit, nell’ambito di “Noi&UniCredit”, il programma di partnership fra la banca e 14 Associazioni dei Consumatori di rilevanza nazionale a cui Cittadinanzattiva partecipa attivamente fin dal 2005, ha l’obiettivo di valorizzare e incentivare iniziative che, partendo dalle esigenze delle comunità locali, possano contribuire a contenere il fenomeno dello spopolamento ripartendo dai giovani per “ricreare un senso di identità e di appartenenza”.

La giuria, formata da Maximiliano FALERNI, Unione Nazionale Pro Loco d’Italia; Miriam IACOVANTUONO, Giornalista, e Raniero MAGGINI, Responsabile Area Ambiente e Territorio di Cittadinanzattiva, ha assegnato al Manifesto per una Rete dei Piccoli Comuni del Welcome il terzo posto del premio “Chi l’ha fatto”.
Il “Manifesto per una rete dei piccoli comuni del welcome” invita sindaci e cittadini di 57 piccoli comuni (con meno di 5mila abitanti) ad “essere accoglienti” con chi arriva (persone migranti) e con chi c’è, attraverso la tutela e la presa in carico delle fragilità psichiche, il sostegno al reddito, la lotta all’azzardo e alla povertà educativa e l’impegno per combattere lo spopolamento delle Aree Interne.
I comuni aderenti si candidano a divenire realtà territoriali capaci di innovarsi e di rinnovare le proprie pratiche di welfare, con la volontà di riaffermare la coesione sociale.
In seno al progetto, in corso da oltre un anno, sono state create 11 cooperative di comunità formate da residenti e persone accolte nel Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) che si prendono cura del comune e delle sue fragilità attraverso, ad esempio, la creazione di start-up le cui attività tengono insieme, in un concept olistico, persona e ambiente.