La Fiaccolata della Pace, una manifestazione silenziosa e solenne snodatasi per le strade di Benevento, è stata caratterizzata dal potente ammonimento dell’Arcivescovo metropolita mons. Felice Accrocca contro le guerre. La serata di giovedì 12 giugno è vissuta con una bella partecipazione di tanti cittadini, non meno di 400, che hanno accolto l’appello e l’invito della Chiesa contro ogni conflitto mondiale e di condanna per la immensa scia di sangue che sta macchiando la Striscia di Gaza e l’Ucraina
Tante le Associazioni, in particolare quelle di ispirazione cattolica e di volontariato come la Caritas, la Misericordia, le Acli, la Croce Rossa, presenti al raduno in piazza Orsini Non c’erano bandiere o simboli di partito, ma solo un unico striscione ad aprire la Fiaccolata: “Per una pace disarmata e disarmante”, questa scritta, cioé le parole di Papa Leone XIV nel presentarsi al mondo in piazza San Pietro come successore di Papa Bergoglio. La Fiaccolata si è conclusa in piazza Santa Sofia dove mons. Accrocca ha preso la parola.
L’Arcivescovo ha voluto ripetere quella che da giorni è la sua posizione e quella del mondo cattolico: occorre smuovere le coscienze e smettere di restare in silenzio e inerti rispetto a quanto sta avvenendo e che viene rimbalzato tutti i giorni ai nostri occhi dalla televisione e dai mass media.
“Di fronte a lotte che dilaniano i popoli e mietono vittime innocenti, vecchi e bambini in primo luogo”, ha detto Accrocca, “non possiamo restare fermi. I bambini, in realtà, sono quelli che patiscono di più perché in tante parti del mondo – a motivo di guerre, malnutrizione, epidemie – non si è così fortunati da invecchiare. E come alla fine del Trecento una voce di protesta e di sdegno si levò non dai potenti, ma da uomini incolti e dediti al lavoro, allo stesso modo vogliamo che oggi, poiché coloro che ne avrebbero il potere non lo fanno, dai piccoli si levi la voce dello sdegno. Tacere non è più possibile rispetto a quanto sta accadendo a Gaza, in Ucraina, in tante zone dell’Africa e in altre parti del mondo. Tacere non è più possibile, perché vorrebbe dire rendersi complici di uno stato di cose inaccettabile e intollerabile”.
L’Arcivescovo ha poi espresso parole di condanna senza riserve l’aggressione russa all’Ucraina: “Ribadiamo con chiarezza che in quella guerra c’è un aggredito e un aggressore e con la stessa forza – senza se e senza ma – condanniamo l’azione compiuta da Hamas il 7 ottobre 2023. Non possiamo però non osservare che Hamas non è il popolo palestinese così come il governo Netanyahu non è il popolo d’Israele. Non si può qualificare come sentimento antiebraico – lo diceva ieri anche il cardinale Pizzaballa – ogni critica avanzata alla politica di quel governo o di uno Stato. Hamas inizierà davvero a declinare quando inizierà a crescere la cultura della convivenza e della pace, uniche condizioni per dare un futuro al popolo Palestinese. L’assistere inerti al massacro – perché il rimpallarsi le responsabilità equivale al lasciar fare – non giova a nessuno, neppure a chi da quel massacro non è stato ancora toccato, perché continuare a consentire ciò che si è consentito finora non fa che consolidare una logica predatoria che andrà sempre in cerca di nuovi obiettivi”.
La terribile contingenza storico-politica internazionale ha imposto all’Arcivescovo alcune domande che ci investono più direttamente come cittadini italiani e mons. Accrocca si è fatto interprete di quello che è un disagio diffuso e che investe in particolare il mondo cattolico: “Quanto è fiorente l’industria italiana delle armi? Qualcuno, in modo occulto o attraverso sotterfugi più o meno noti, vende armi che poi finiscono alla Russia? Si rispetta il Trattato sul commercio di armi adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite? E quanto ammonta l’annuale giro d’affari legato alla vendita di armi allo Stato d’Israele? Quante armi vengono inviate dall’Italia in Africa, in Asia o in America Latina? A chi sono vendute? In quali mani vanno a finire?”.
Mons. Accrocca ha sottolineato come ci si trovi in un momento storico particolare: “Facendo eco della voce di papa Leone XIV, ripeto a tutti che il mondo ha bisogno di ‘una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante’. Faccio dunque proprio il suo invito: “Aiutatemi anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace”.