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Benevento – L’avevamo lasciata con la medaglia di bronzo al collo, quella conquistata alle Universiadi di Napoli nell’estate 2019. La ritroviamo nel 2021 a celebrare con orgoglio due medaglie d’oro. Perché Maria Varricchio ha soltanto 22 anni ma sul piano sportivo giganteggia da astro nascente del tiro a segno. 

A Milano  l’atleta sannita ha compiuto un’altra impresa laureandosi campionessa italiana di pistola sportiva dopo una finale vietata ai deboli di cuore contro Manjola Konini (Monza), sconfitta 30-29. A quest’oro ne va poi abbinato un altro, legato alla “Fascia A” (nelle ammissioni ai campionati italiani le atlete sono divise per fascia in base ai punti).

Maria ha raccontato ai microfoni di Anteprima24 il suo trionfo parlando anche di quello che è ormai un obiettivo dichiarato: le Olimpiadi di Parigi 2024. “Agli ultimi Europei in Croazia non ho ottenuto la carta olimpica per soli cinque punti, altrimenti sarei volata a Tokyo. Parigi è un traguardo che voglio raggiungere con tutte le mie forze”, dice.

Da una settimana si è trasferita a Como ma ha effettuato tutta la preparazione alla manifestazione tricolore presso il poligono di tiro di Benevento, sua prima casa sportiva, in contrada Santa Clementina: “Voglio ringraziare  ancora una volta il presidente del poligono, Vittorio Cavalluzzo. Se ho raggiunto questi obiettivi è grazie alla sua guida. I titoli hanno un sapore ancora più speciale perché arrivano nella categoria senior. Il livello di competitività aumenta a dismisura rispetto ai tornei giovanili, mi serviva compiere uno step che ritengo fondamentale”.

Dopo il bronzo alle Universiadi c’è stato anche l’ostacolo Covid da superare: “Ero passata al primo anno senior, non vedevo l’ora di confrontarmi con una nuova realtà, ma la pandemia ha bloccato tutte le gare. Quest’anno ho disputato sia gli Europei ad aria compressa che a fuoco, e ho avuto modo di affinarmi nella pistola sportiva. Ecco, qui ho compiuto un salto che è andato oltre le mie previsioni”. 

Un salto che ha riguardato anche la tenuta mentale: “Avverto un cambiamento concreto sia a livello emotivo che nella gestione della gara. Per noi che facciamo questo sport la mente è tutto, devi riuscire a controllarla per ottenere dei risultati. Ed è innegabile che se sono in un grande momento è anche per questo fattore”. 

E c’è da crederle, perché le parole usate nel descrivere la vittoria in Lombardia sono l’identikit di una persona estremamente convinta: “Ho sentito fin da subito che il primo posto sarebbe stato mio, una sensazione che ho inseguito fino all’ultimo colpo e che si è rivelata vincente. Certo, il momento che ha preceduto la gara è stato difficile: da una parte c’era la sicurezza, dall’altra un po’ di timore, ma alla fine è arrivata una vittoria che ripaga di tutti i sacrifici e che mi riempie di gioia”.

Il cellulare, come prevedibile, è impazzito nelle ore successive al trionfo: “I messaggi più belli sono stati quelli della mia famiglia, che conosce alla perfezione la fatica che c’è dietro ogni gara. Colgo l’occasione per ringraziare loro, il mio fidanzato e la Polizia di Stato che mi sostengono quotidianamente e mi sono accanto affinché io riesca a realizzare tutti i miei sogni ed obiettivi”. 

Il periodo invernale di allenamenti e raduni precederà le gare previste in primavera. “Spero di partecipare agli Europei in Norvegia, ma in generale gareggiare è una cosa che mi elettrizza e mi spinge a dare il meglio. Anche io come tanti Italiani ho sognato guardando le imprese azzurre agli ultimi Giochi Olimpici. Quegli esempi non lasciano indifferente chi, come me, vuole realizzare un grande sogno”. Sarebbe un bersaglio prestigioso. Il più bello.