- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

“Abbiamo cercato di trasformare il dolore in impegno”. Matilde Montinaro, sorella di Antonio, il poliziotto capo scorta del giudice Giovanni Falcone, saltato in aria con lui nell’attentato mafioso di Capaci, è’ stata protagonista questa mattina all’’Istituto De La Salle di Benevento presso la Sala Madonna delle Grazie di un incontro con gli studenti denso di significati. L’iniziativa è stato effettuato  con la partecipazione anche  di Libera, associazione contro le mafie che dal 1995, tra le altre cose, mette insieme tutti i familiari delle vittime di mafia. Il 23 maggio 1992 Antonio avrebbe dovuto essere di riposo, non avrebbe dovuto essere vicino al Magistrato e la moglie Francesca Morvillo, anch’ella magistrato, per proteggere le  loro vite, ma montò di turno per fare un favore ad un collega che gli aveva chiesto di sostituirlo. Ed è stata proprio questa tragica circostanza la prima cosa che ha voluto ricordare Matilde ai ragazzi, quasi a sottolineare come la vita sia imprevedibile e che bisogna comunque sempre essere pronti ad affrontare le svolte improvvise ed imprevedibili per quanto terribili possano essere. Dopo il saluto del Gestore dell’istituto Donato D’Agostino, la parola è passata alla Coordinatrice didattica Angela Meola che ha spiegato il significato della giornata: “Voglio sottolineare l’importanza della presenza di Libera questa mattina che ci ricorda anche  un fatto drammatico avvenuto a Raffaele Delcogliano e Aldo Iermano. La presenza del figlio Antonio oggi è un momento di grande significato per noi come comunità scolastica”. Ha voluto poi ringraziare per la testimonianza di Matilde Montinaro: “confrontarsi  e parlare con gli studenti  è un fatto molto importante. Quei drammatici eventi hanno  segnato tragicamente la storia italiana. Ci sia riflessione su quanto avvenuto”. Presente questa mattina Margherita Cardona Albini, Vice Capo dipartimento per gli affari di giustizia, che ha detto: “Rivivere e comprendere alla luce di un ricordo, come quello di Matilde Montinaro, la figura del fratello e la scelta di impegnarsi in prima linea contro il regime mafioso-terroristico, nonostante i pericoli e l’omertà, rappresenta per le nuove generazioni una possibilità di grande crescita, un momento di consapevolezza imprescindibile contro ogni tipo di mafia”. Presente anche il Coordinamento di Libera Benevento con Sara Scuderi e Antonio Iermano. La volontaria Scuderi ha voluto simbolicamente omaggiare ricordando tutti i componenti di quella scorta che furono uccisi mentre stavano lavorando: “Queste persone avevano un’ideale, vivevano per determinati valori e di giustizia. Noi dobbiamo esserre responsabili e ricoradre tutti i giorni Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, i poliziotti di quella scorta”. E’ quindi intervenuta Matilde Montinaro: “È troppo facile considerarli eroi quei ragazzi. E’ un appellativo che ad Antonio non sarebbe piaciuto. Non bisogna metterli sul piedistallo, piuttosto è importante raccontare storie riportarli al nostro cuore è farli diventare uno di noi. Raccontare la storia di Antonio ragazzo, raccontare le sue fragilità le sue speranze i suoi sogni. Antonio fu ucciso a soli 29 anni, come se avesse vissuto  tante vite anche se brevi . Occorre memoria e responsabilità, lui a 25 anni quando decise di andare a Palermo, che all’epoca era abbastanza pericoloso  ha dato esempio della sua responsabilità del suo lavoro”.