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‘Operazione San Gennaro’ per Clemente Mastella. A differenza di ciò che accadeva nella storica pellicola di Dino Risi, però, il sindaco di Benevento non sarà a Napoli per rubare il tesoro del Santo bensì per rimediare a un torto.

Ma procediamo con ordine: nella città partenopea, al Museo Diocesano, è in programma oggi la presentazione ufficiale della candidatura al Patrimonio Unesco del culto di San Gennaro. L’iniziativa vedrà protagonisti l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente della Regione Campana Vincenzo De Luca e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Una presenza determinante, quest’ultima, considerato che sarà proprio il dicastero guidato dall’ex direttore di Rai2 a valutare il dossier messo a punto dalla Curia e a decidere se sottoporre o meno la proposta al vaglio dell’agenzia Onu.

A Napoli, dicevamo, ci sarà anche Mastella e non nel ruolo di spettatore. Per l’inquilino di palazzo Mosti, infatti, Benevento ha il diritto di giocarsi da protagonista questa partita: “Quando andai a Lisbona per incontrare il ministro della Giustizia portoghese visitai la casa di Sant’Antonio. Eppure parliamo di Sant’Antonio da Padova, non da Lisbona. Così come parliamo di Padre Pio da Pietrelcina, non da San Giovanni Rotondo. Una singolarità che oggi farò notare nel mio intervento perchè il discorso si ripropone anche per San Gennaro” – spiega il sindaco. Che puntualizza: “Tanti elementi storici, a partire dall’appartenenza alla Gens Januaria, ci dicono che San Gennaro era di qua. E voglio pure ricordare che all’epoca i vescovi non erano nominati ma eletti dal popolo. Furono dunque i miei concittadini a volerlo vescovo”. “La speranza, dunque, – chiosa Mastella – è che i napoletani ci restituscano almeno in parte ciò che si sono presi in questi anni. Se, come mi auguro, la proposta dovesse essere accolta, ciò che varrà per Napoli dovrà valere anche per noi. Ci sono tanti luoghi in Città che presentano evidenti e significativi segnali della presenza di San Gennaro e che meritano il riconoscimento Unesco”.

 

 

 

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