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“Al voto, al voto”. Fosse stato un referendum, il partito del ritorno immediato alle urne avrebbe vinto a mani basse. Decine e decine le telefonate partite ieri dal cellulare di Clemente Mastella. “Dimettiti e ricandidati” la risposta preferita dagli intervistati. Si spiega anche così l’impennata delle azioni “pro elezioni anticipate” registrata nel tardo pomeriggio di ieri. Una ulteriore spinta, poi, è arrivata in serata dalla comunicazione ufficiale della nascita di un nuovo gruppo consiliare a palazzo Mosti, quel “Cittadini Protagonisti” promosso da Claudio Principe.

Il conto delle formazioni politiche presenti in via Annunziate, dunque, sale a quota 12. Dodici gruppi per trentatré consiglieri: decisamente tanti. Per dare un’idea, è lo stesso numero di gruppi costituiti oggi alla Camera dei Deputati, dove i componenti sono però 630.

Cifre che fanno aumentare, nelle riflessioni di Mastella, i dubbi circa l’utilità del prosieguo della consiliatura. Anche perché, persa l’autosufficienza (l’asticella dei consiglieri ‘fedeli’ è scesa a 16, su 33), da marzo in poi potrebbero essere gli altri a mandare a casa lui, determinando il commissariamento dell’Ente. A quel punto si voterebbe a scadenza naturale e l’ex Guardasigilli si ritroverebbe in una posizione di debolezza rispetto a oggi (leggi qui). In questo momento, invece, il sindaco è padrone del proprio destino. E’ ancora nelle condizioni di dare le carte e di rovesciare il tavolo. Per tale ragione, non  rinuncerà alle dimissioni (da rassegnare entro i primissimi giorni di febbraio ma l’atto dovrebbe essere formalizzato il 30 gennaio) e ai venti giorni di tempo che la legge gli consente per assumere una scelta definitiva.

E dunque: si tornerà al voto già la prossima primavera? I bookmakers oggi scommetterebbero sul ‘sì’.

Ci sarebbe pure il riscontro positivo a un sondaggio sul livello di fiducia dei beneventani nei confronti del loro sindaco, commissariato privatamente sempre da Mastella, a rafforzare questa ipotesi.

La prevedibilità, comunque, non rientra tra i difetti della fascia tricolore: guai a dare tutto per scontato.

Nel frattempo, però, la macchina organizzativa è partita. Così come le prime richieste di scendere in campo.

Lo schema di Mastella, in caso di voto anticipato, prevede la costruzione di almeno 6/7 liste (nel 2016, si ricorderà, erano 4). Tre presenterebbe simboli di partito: Forza Italia, Fratelli d’Italia e (eventualmente) Udc. Immancabili, poi, le due liste di diretto riferimento del candidato sindaco: Lista Mastella e Noi Sanniti con Mastella. Battesimo elettorale, poi, per la lista dei “Moderati”, promossa (e partecipata) dall’assessore Oberdan Picucci e dai consiglieri Mimmo Franzese, Antonio Puzio, Angela Russo e Annalisa Tomaciello. Per le ‘new entry’, invece, si pensa a un ulteriore contenitore dove troverebbero spazio soprattutto le giovani generazioni.

Infine, la grande incognita: la Lega di Salvini. Il ragionamento del sindaco, in questo caso, è semplice: se in Campania il centrodestra si presenterà unito, e così sarà, non può esserci una sua disgregazione nell’unico capoluogo di Provincia dove si voterà contestualmente. Tesi che sarà discussa a Napoli e Roma prima ancora che a Benevento, visto e considerato che dai referenti territoriali della Lega non giungono segnali distensivi.